Nato a Castelnuovo d’Asti nel 1815 da una famiglia di contadini Giovanni Bosco fu ordinato sacerdote a Torino i 5 giugno 1841. Da sacerdote si dedicò molto all’educazione dei ragazzi, specie dei più poveri, abbandonati alla strada e spesso a un futuro di miseria e di delinquenza. Nello stesso anno fondò anche una prima scuola di catechismo, di lettura e di scrittura.
San Giovanni Bosco raccontato ai bambini – video editato dall’Oratorio di Berbenno
La prima scuola serale
Con l’obiettivo di poter aiutare i ragazzi ad aver un futuro migliore, dando loro l’istruzione necessaria per inserirsi nel mondo del lavoro, nel 1846 diede inizio a corsi serali e costruì piccoli laboratori artigianali di falegnameria, stamperia e calzoleria, dove i ragazzi imparavano un mestiere. Il sistema educativo di don Bosco si fondava sull’intuizione che è importante prevenire le scelte sbagliate con l’uso della ragione e dell’amorevolezza, attraverso l’accoglienza, la presenza, il coinvolgimento e la responsabilizzazione di gruppo e individuale. Nel giro di pochi anni, intorno al sacerdote si raccolsero tanti giovani e persone disposte ad aiutarlo nella sua coraggiosa attività e si moltiplicarono gli oratori e i collegi.
La fondazione della scuola Salesiana
Nel 1859 papa Pio IX approvò ufficialmente la costituzione della Società salesiana da lui fondata (il nome deriva da un santo dell’inizio del XVII secolo, Francesco di Sales), che ebbe in brevissimo tempo grande diffusione. Nel 1875 don Giovanni Bosco inviò i primi salesiani in America Latina, perché svolgessero apostolato presso gli emigrati. Poi l’attività salesiana si diffuse in Asia, in Australia, in Africa. Nel 1872 ai salesiani si affiancarono, per l’educazione delle ragazze, le Figlie di Maria Ausiliatrice.
La pratica della buona morte
Don Giovanni Bosco si spense a Torino nel 1888. Fu beatificato nel 1929 e dichiarato santo nel 1934. Ciò che maggiormente viene ricordata ancora oggi è l’esercizio della buona morte, una pratica che il santo consigliava ai suoi giovani, come se di lì a poco si dovesse realmente morire. Queste erano le sue parole:
«Tutta la nostra vita, o miei cari giovanetti, dev’essere una preparazione a fare una buona morte. Per conseguire questo fine importantissimo giova assai praticare il cosiddetto Esercizio della buona morte, il quale consiste nel disporre in un giorno di ogni mese tutti i nostri affari spirituali e temporali, come se di lì a poco dovessimo realmente morire.