Enrico Berlinguer nasce nel 1922 a Sassari e fu l’uomo che portò agli apici il Partito Comunista Italiano. Il suo percorso nella politica cominciò molto presto quando nel 1943 aderì proprio al PCI e ne divenne subito segretario della sezione giovanile di Sassari. Deputato dal 1968, in quello stesso anno fu eletto vicesegretario del partito, allora diretto da Longo. Nel 1972 fu scelto come segretario del P.C.I.
Enrico Berlinguer – Ecco cos’è stato il fascismo – video editato da ©Vauro Senesi
Artefice del “compromesso storico” e della “solidarietà nazionale”
Fu sua la strategia del cosiddetto “compromesso storico” lanciata nel 1973, ossia un accordo tra comunisti, socialisti e cattolici. Dopo il rapimento e l’assassinio di Aldo Moro (1978) fu uno dei principali artefici del governo denominato di “solidarietà nazionale” (marzo 1978 – gennaio 1979). L’esecutivo, guidato da Andreotti, sancì l’ingresso del P.C.I. nella maggioranza parlamentare. Durante la sua segreteria, la formazione politica assunse un atteggiamento sempre più critico verso le decisioni assunte dall’Unione delle repubbliche socialiste sovietiche. Di fronte alla corruzione dilagante, sottolineò l’importanza della questione morale.
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Nel video qui sotto una scena tratta dal funerale di Enrico Berlinguer
Il malore e la morte
Il 7 giugno del 1984, durante il suo ultimo comizio, Berlinguer viene colpito da un ictus mentre fa un comizio a Padova si sentì male in piazza della Frutta a Padova. Mentre parlava per la campagna elettorale delle Europee improvvisamente impallidì, a fatica riuscì a finire il suo discorso, mentre la gente lo incitava a smettere di parlare, gridandogli impaurita “Basta, Enrico”. Tutti si erano accorti che il segretario stava davvero male. Pronunciò le sue ultime parole che rimasero come un testamento: “Lavorate tutti, casa per casa, azienda per azienda, strada per strada”. Le gambe gli mancarono, fu tenuto sollevato dai collaboratori e riportato in hotel. Si coricò ed entrò in coma. Non si sarebbe più risvegliato. Muore alle 12.45 dell’11 giugno 1984, dopo quattro giorni di agonia. Berlinguer aveva 62 anni. Il Presidente della Repubblica Sandro Pertini mette a disposizione l’aereo presidenziale per il trasporto della salma, dichiarando: “Lo porto via come un amico fraterno, come un figlio, come un compagno di lotta”.