“Esistono creature particolari, chiamate vampiri. Qualcuno di noi ha prove della loro esistenza. Nonostante noi non abbiamo assoluta certezza riguardo alla nostra triste esperienza, gli insegnamenti e le testimonianze del passato sono prova sufficiente per persone con occhi ben aperti”. Ne è convinto Bram Stoker quando, nel 1897, scrive “Dracula“. Considerato l'ultimo grande romanzo gotico, la storia del vampiro ispirato alla figura di Vlad III, principe di Valacchia, in un magistrale mix di atmosfere cupe e un crescendo di emozioni, trasporta il lettore alla scoperta di un mondo di orrori. Ma c'è qualcosa di vero in questo mito? I vampiri sono davvero esistiti? Secondo una recente ricerca, effettuata dai genetisti dell'ospedale pediatrico di Boston sì. Ma possiamo mettere da parte paletti di frassino, corone d'aglio, crocifissi e acqua santa. I vampiri, secondo gli scienziati, altro non sarebbero che delle persone affette da una particolare malattia del sangue.
La porfiria
Secondo il team di studiosi coordinato dal dottor Barry Paw, sarebbe stata la porfiria ad alimentare questa leggenda. I suoi sintomi? Una forte anemia, insofferenza alla luce e un evidente pallore. In passato, la cura somministrata ai malati di porfiria consisteva in un “cocktail” a base di sangue di animali. I genetisti, che presentano le loro ipotesi sulla rivista dell'Accademia delle Scienze degli Stati Uniti (Pnas), avrebbero rintracciato una “diversa” forma di porfiria che spiegherebbe il mito dei vampiri dopo averne identificato una variante genetica che la distingue dalle altre sette forme della malattia finora note. Ad oggi si conoscono otto tipi conosciuti di porfiria. Si tratta di una malattia rara del sangue dovuta a un'alterazione dell'attività di uno degli enzimi che sintetizzano il “gruppo eme”, ovvero uno dei costituenti dell'emoglobina, la molecola che trasporta l'ossigeno nei globuli rossi. Quella che potrebbe aver dato origine ai vampiri, secondo i ricercatori americani, sarebbe la “protoporfiria eritropoietica”, tra le forme più comuni del malanno: si manifesta durante l'infanzia rendendo le persone molto sensibili alla luce, tanto che l'esposizione prolungata ai raggi del sole può causare bolle e vesciche molto dolorose e deturpanti sulla pelle.
Lo studio
Il dottor Paw commenta così la scoperta, sottolineando le similitudini tra i malati di porfiria e i vampiri: “Le persone con questa malattia sono cronicamente anemiche, quindi si sentono sempre stanche e appaiono molto pallide. Per la loro fotosensibilità non possono esporsi alla luce del giorno, neanche a quella che passa da una finestra. Chi ne soffre, per contenere i sintomi, rimane quindi in ambienti chiusi durante il giorno e riceve trasfusioni di sangue. Nel passato la 'terapia' era uscire solo la notte e bere sangue animale, in mancanza di trasfusioni”. Nel corso dello studio, i ricercatori americani sono riusciti a identificare le caratteristiche di questa forma di porfiria mappando il Dna di una famiglia della Francia settentrionale. Questo ha permesso di individuare quella che gli scienziati definiscono una “firma genetica” mai vista prima, legata alla mutazione del gene Clpx. Sarebbe questo'ultimo, infatti, a svolgere un ruolo importante nel processo con cui le proteine assumono la loro struttura. Ciò spierebbe questa forma di porfiria, le cui cause spesso rimangono sconosciute.
Teorie precedenti
Quella statunitense è solo l'ultima di una lunga scia di teorie scientifiche che, nel corso degli anni, si sono susseguite per spiegare le origini di queste creature fantastiche. La più nota è quella di Paul Barber, storico dell’Università della California, secondo il quale la leggenda di Dracula nasce a causa delle scarse conoscenze che sui processi di decomposizione. Alcuni cadaveri possono “sudare” sangue dalla bocca dando così la sensazione di averlo bevuto. Non solo. In passato, vista la carente procedura di accertamento della morte, si sono verificati casi di persone sepolte vive. Quando queste uscivano dalla tomba erano in molti a pensare che fossero individui tornati dall'aldilà. Inoltre, tra le malattie che avrebbero alimentato la leggenda dei vampiri ci sarebbero anche la tubercolosi e la peste bubbonica, perché il sangue prodotto dai polmoni danneggiati risale fino alla bocca.
Vampiri ieri e oggi
La figura del vampiro è oggetto di numerose opere di fantasia sin dal XIX secolo: il primo racconto che ebbe una certa rilevanza nel mondo della letteratura è “Il vampiro” di John Polidori, pubblicato nel 1819. Questa la figura del vampiro venne in seguito ripresa in opere teatrali e in pubblicazioni seriali fino a quando Bram Stoker consegna alla letteratura il romanzo vampiresco più celebre di tutti i tempi. Col passare del tempo, alcune caratteristiche non presenti nel folclore originale vengono incorporate nel profilo del di queste creature. Ad esempio, i canini appuntiti appaiono per la prima volta nel XIX secolo, mentre i denti sporgenti entrano nell'immaginario comune agli inizi del XX secolo. La paura della luce del giorno viene introdotta con il vampiro “Nosferatu” di Friedrich Wilhelm Murnau, nel 1922. Il mantello, invece, fa la sua comparsa nelle grandi produzioni teatrali degli anni venti del '900 accompagnato da un alto collare bianco, introdotto dallo sceneggiatore Hamilton Deane per aiutare Dracula a svanire dal palcoscenico. L'immortalità, attributo presente nel folclore originario ma non sempre in modo esplicito, ed è tipica delle opere cinematografiche e letterarie moderne. Ma se fino al secolo scorso Dracula e co. incutevano terrore e paura durante le notti, oggi i vampiri vengono visti come degli eroi bellocci, molto attenti al look (con tanto di capelli impomatati dal gel), disposti anche a rinunciare alla loro immortalità per vivere insieme alla ragazza che amano. Famose, a tal riguardo, le moderne saghe cinematografiche di “Underworld” e “Twilight“. Anche la Marvel si è creata un personaggio vampiresco, interpretato da Wesley Snipes: si tratta de “Il Diurno“, un semi-vampiro che può agire di giorno e che aiuta gli umani dando la caccia agli altri vampiri. Non mancano poi serie tv di grande successo, come “True Blood“, “Buffy l'ammazzavampiri”, “The Originals”, “The Vampire Diaries” e “The Strain“. Ma se sono sempre più chiare le idee circa la nascita del loro mito, resta ancora un mistero come queste creature leggendarie si siano trasformate da personaggi dell'orrore a eroi romantici.