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La Rete delle reti

Come può un adolescente entrare in contatto con il mistero e l’occulto? Come può perdere la capacità di prendere decisioni? Esistono sicuramente dei “ponti” che facilitano questo tipo di percorso. Uno di questi può essere Internet: la “rete delle reti”.

L’esoterismo agisce più facilmente dove ci sono dei giovani in crisi, con difficoltà di comunicazione. La solitudine di per sé è già un segnale di debolezza e di vulnerabilità. Il web si presenta come un nuova potenziale cella di isolamento, che può spingere ad estraniarsi dalla realtà.

Ma demonizzarlo produce l’effetto contrario: accende la curiosità, avvicina al proibito. Ed è profondamente sbagliato, perché Internet di per sé è un mezzo di comunicazione che, come tutti gli altri, può essere utilizzato bene oppure male. Potrebbe essere paragonato a un bisturi, che nelle mani di un bravo chirurgo è in grado di salvare molte vite umane mentre in quelle di un killer diventa un’arma.

Occorre dunque discernere l’utilizzo che ne viene fatto e, soprattutto per i genitori, monitorare la navigazione dei figli. Partendo dal semplice interesse per un cantante di “rock satanico”, infatti, è possibile avvicinarsi mondo dell’oscuro. Il processo avviene per gradi: prima l’interesse per il sito, poi l’acquisto dei file, poi lo studio dei testi. Infine, per saperne di più, si entra nel “quarto stadio”: la ricerca in rete. Il quinto e ultimo stadio è l’interazione diretta del giovane, attraverso l’e-mail, con una setta o con qualche cultore di magia nera.

Molti ragazzi praticano l’occultismo come forma di trasgressione, che si può riassumere nel motto utilizzato dagli adepti: “Fai ciò che vuoi”, ossia l’uomo che si mette al posto di Dio e sceglie di soddisfare solo il proprio egoismo. Tutto diventa lecito: droga, ricerca del potere, denaro.

diavolo al pcPur senza arrivare a questi eccessi, l’uso incontrollato del computer può annichilire la volontà anche seguendo strade meno “pericolose”, almeno apparentemente. Su Internet si può trovare di tutto e con grande facilità: dalla lettura della mano allo spiritismo, dall’artrologia alla new age, persino la cartomanzia “automatica”. Il pc diventa un “mago” dal quale farsi consigliare per le proprie scelte quotidiani, personali e professionali. E’ facilmente intuibile – eppure paradossalmente tollerato – il pericolo per cui un ragazzo abdichi alla possibilità di discernere e di rischiare in proprio prendendo una qualche decisione delegando tutto al destino, ancor più se questo è occultato dietro a una macchina alla quale non si potrà mai chiedere conto.

Collegandosi a un qualsiasi motore di ricerca e digitando la parola “satan” si arriva diretti nei siti di sette sataniche; informazioni su come contattarli, descrizioni di testi e oggetti di riferimento. Insomma, tutto il campionario dell’occulto messo a portata di clic nel rassicurante anonimato della propria stanza, al riparo da qualsiasi sguardo e giudizio. Ecco, proprio la mancanza di quest’ultimo è il primo male che i giovani assorbono: senza giudizio non c’è scelta, e senza questa non c’è vita.

Ma c’è chi va anche oltre: trasforma lo stesso computer in un “dio”. Si chiama “tecno paganesimo”, ossia ritenere l’immersione nel cyberspazio come autentica e insostituibile esperienza del sacro. Ovviamente non siamo in presenza di una confessione religiosa, quanto piuttosto un atteggiamento mentale con richiami spirituali. La tecnologia vista o come strumento o come essa stessa incarnazione dell’ultraterreno, raggiungibile non più con riti nei boschi ma in contesti dove musica techno, luci stroboscopiche e altri prodotti della tecnologia provocano quegli stati di alterazione che, secondo chi vive questa illusione – avvicinano al divino.

In sostanza, l’assunto è questo: poiché essere in armonia con la realtà è resa possibile dalla mente, e quest’ultima si troverebbe più a suo agio nel virtuale (da lei stesso prodotto) che nella realtà, il cyberspazio può diventare lo spazio sacro come e più di quello naturale. Attenzione quindi a non far diventare il computer un surrogato del pensiero o una guida delle nostre azioni. Come qualsiasi attrezzo, dipende dell’uso che se ne fa. E in un momento in cui i bambini vengono lasciati per comodità davanti al pc per ore, liberi di navigare in totale solitudine, e gli adolescenti vivono incollati ai loro smartphone perennemente collegati alla rete, il rischio di farsi trascinare dentro a profondi pozzi per l’anima è concreto.

Foto interna tratta da www.blog.arkosoft.it

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