Il corpo di una donna nuda usato come altare, il sangue mestruale come vino, le bestemmie verso Gesù, i santi, la Madonna e l’immancabile profanazione dell’ostia consacrata. Questa è la parodia blasfema della Messa cattolica, definita comunemente come “messa nera”. Le dissacranti cerimonie rivelano l’odio profondo dei satanisti nei confronti della Chiesa che tentano di demolire, ridicolizzare, umiliare, nella speranza di poter allontanare più fedeli possibili dalla sua influenza. La religione è presentata come il vero nemico da abbattere, poiché con le sue regole, i peccati e le leggi, incatenerebbe l’essere umano, potenzialmente divino, a una vita di asservimento a Dio, assolutamente disinteressato alle umane vicende. Una visione distorta del messaggio cristiano, funzionale però a blandire le nuove generazioni desiderose di emozioni forti.
Il satanismo del novecento deve molto della sua diffusione a Anton Szandor LaVey, pseudonimo di Howard Stanton Levey (Chicago, 11 aprile 1930 – San Francisco, 29 ottobre 1997), esoterista statunitense fondatore della Church of satan, la Chiesa di satana. La vita di LaVey fu contrassegnata da solitudine e incoerenza. Studente introverso, lasciò la famiglia a soli 15 anni per lavorare in un circo come inserviente. Fece negli anni diversi lavori saltuari quali assistente del domatore di belve nel circo, illusionista e ipnotizzatore in uno spettacolo di varietà, fotografo del dipartimento di polizia di San Francisco. Nel 1956, forte di anni di esperienza nel mondo dello spettacolo, comprò una casa nella città californiana, ne dipinse le pareti esterne di nero e iniziò a dare lezioni di “occultismo”. I temi trattati, tutti tabù per l’epoca – magia nera, negromanzia, vampirismo, cannibalismo etc. – attirarono molti giovani della “controcultura” americana e la curiosità dei media e della stampa.
Nel 1960 LaVey incontrò il coetaneo Kenneth Anger, cineasta di successo – interessato a girare un film sul satanismo – e fondarono insieme un club occultistico denominato “Magic circle”. Sarà il primo passo verso la costituzione della Chiesa di satana, fondata durante la notte di Valpurga, il 30 aprile del 1966. La curiosità generale fece sì che la “chiesa” accogliesse da subito numerosi adepti, specie del mondo del cinema e dello spettacolo, o intellettuali di tendenza del tempo, sempre alla ricerca di novità e di pubblicità gratuita. L’opinione pubblica non giudicava negativamente l’appartenenza di alcuni divi di Hollywood e della musica rock alla congrega di LaVey, considerandola una delle tante eccentricità degli artisti.
La situazione mutò radicalmente dopo gli omicidi a sfondo satanico praticati dal gruppo denominato “The family”, “La famiglia”. Membri della setta, istigati dal leader e criminale statunitense Charles Manson, penetrarono la notte del 9 agosto 1969 nella villa di Beverly Hills del regista Roman Polanski uccidendo 3 ospiti e la moglie del regista incinta all’ottavo mese. Seguirono altri omicidi per i quali Manson, come mandante, venne in seguito condannato all’ergastolo, pena che sta attualmente scontando in un penitenziario californiano. In seguito alle atrocità della “Famiglia”, l’opinione pubblica aprì gli occhi sulla potenziale pericolosità delle sette e dei gruppi – più o meno segreti – che praticavano occultismo, magia nera, satanismo e spinse le autorità a un controllo più serrato sulle attività della Chiesa di satana.
Divenuto un personaggio noto,
LaVey pubblicò tre libri di successo destinati a diventare i capisaldi del satanismo moderno tra cui la Bibbia di Satana (1969), dove spiega la sua personalissima visione del demonio, non più un’ entità reale incarnazione del male, ma una figura allegorica metafora dell’uomo unico dio di se stesso. La Chiesa di Satana si pone in diretta antitesi alla Chiesa cristiana cattolica, riprendendone gli usi e ribaltandoli in una visione esoterica. Il “clero” è rappresentato dagli iscritti, denominati “attivisti” e suddivisi in cinque gradi crescenti, dal più basso – mago – al più alto – satanista – passando per “maestro”, “sacerdote” e “stregone”.
Il satanismo “ateo” di LaVey è altrettanto, se non più, pericoloso di quello che riconosce il diavolo come una entità reale e crudele da adorare per raggiungere fama e ricchezza. Il demonio di LaVey è presentato, invece, come un “potenziale” di crescita e di benessere, lo strumento verso la libertà e l’autodeterminazione: “Satana è un simbolo, nulla di più. Satana simboleggia il nostro amore per tutto ciò che è terreno e la negazione dell’immagine del Cristo pallido e magro sulla croce”. Ecco, l’inganno è compiuto.