Presumere che la stregoneria sia un retaggio del passato, al tempo dei roghi e dei tribunali dell’Inquisizione, lontana anni luce dalla moderna società, è un grave errore. Mai come oggi, essa è presente in varie forme riuscendo a raggiungere milioni di persone molto spesso inconsapevoli dei suoi meccanismi ed effetti. Nella ricca e tecnologica società industriale, giornali, libri, giochi per adolescenti, serial televisivi e film veicolano subdolamente i falsi valori legati al tenebroso mondo dell’occultismo.
Il termine “strega” deriva da strix, un lugubre rapace notturno che simboleggiava l’ambiente tenebroso dell’occulto popolato di orrori. I raduni delle streghe, chiamati sabba, erano eventi molto più antichi di quelli che comunemente conosciamo dal Medioevo in poi; erano inizialmente collegati al culto degli dèi pagani della fertilità, come Diana o Erodiade. Quest’ultima presiedeva le cerimonie notturne durante le quali trasmetteva i suoi saperi occulti agli adepti, rivelando i poteri segreti delle erbe e dei minerali.
La stregoneria fonda i suoi principi sull’esplorazione degli strati oscuri e profondi della personalità, proponendosi di superare i limiti umani e di poter manovrare il destino. Il termine si è evoluto dal noto “wicca” a “wicce” dell’antico linguaggio sassone, fino a fondersi con il tedesco “wissen” (“sapere”), così da identificare la strega come una donna sapiente e saggia, conoscitrice di arti, riti in grado di risolvere ogni situazione.
Ai poteri malefici della strega si sostituiranno, con il tempo, quelli benefici dello “stregone” (chiamato anche guaritore o santone), uomo che avrebbe ricevuto dal soprannaturale il dono di operare sortilegi che soccorrono chi cerca lavoro, amore, fortuna, guarigioni o vuole vendicare qualche torto antico. La neo-stregoneria si presenta come un culto, raffinato e politeista, che mira a comunicare e ad unirsi con gli dei, puntando tutto sul narcisismo e sulla sessualità, considerati “valori assoluti” e soprattutto scagliandosi in ogni modo contro Dio e il cristianesimo, quest’ultimo considerato come la religione che nega il piacere e invita al sacrificio.
Con l’avvento del cristianesimo, alle figure mitologiche subentrò gradualmente quella del demonio. Uno dei primi documenti che attesta l’esistenza dei convegni notturni è un testo della fine del IX secolo poi passato nei Decreta di Burcardo di Worms. Pur non essendo ancora entrato nei codici dei crimini satanici, il diavolo era già evidente tra le righe dei decreti che rilevavano l’aspetto ereticale dei riti agresti. Il demonio, infatti, secondo la tradizione dei Padri della Chiesa, operava segretamente nei pensieri eretici come nell’idolatria degli dèi pagani. Anche l’Africa, da sempre, è terra fertile di credenze esoteriche che il cristianesimo, portato nell’800 attraverso i missionari e il colonialismo, non ha mai saputo sradicare completamente, creando in molti casi forme perniciose di sincretismo. È nota l’usanza della magia nera e del voodoo in moltissime zone dell’Africa centrale, come in Nigeria, esercitati per ricattare e schiavizzare le terrorizzate vittime, alcune delle quali (specie le giovanissime) finiscono schiave sui marciapiedi europei.
Uno sguardo antropologico sulla stregoneria e sull’occultismo, nelle loro varie espressioni, pone inevitabilmente queste considerazioni: siffatti fenomeni sembrano essere espressione di una distorta ricerca del bene ad opera di individui che vivono una forte crisi d’identità e di coscienza. Il rifugiarsi nella ricerca di risposte soprannaturali anomale, che compensino un’insaziabile sete di affermazione del sé e di dominio, porta l’uomo non verso la trascendenza ma nel mondo dell’occulto. Infatti, se quest’ultimo propone illusoriamente il facile perseguimento in tempi brevi di certi obiettivi, l’altro comporta un cammino lungo e faticoso che richiede grandi risorse umane e psicologiche.