Un violento terremoto di magnitudo 7.6 ha scosso la Papua Nuova Guinea orientale, a circa 67 chilometri dalla città di Kainantu. L’epicentro è stato individuato a 91 chilometri dalla superficie, come indicato dall’Istituto geofisico statunitense (Usgs). Inizialmente era stato diramato un allarme tsunami per le aree costiere, vicinissime all’epicentro del sisma. L’allarme è fortunatamente rientrato poche ore dopo ma la conta dei danni sarebbe comunque ingente. Il terremoto ha provocato almeno due vittime e provocato danneggiamenti seri a numerosi edifici. Una delle vittime sarebbe stata travolta da una valanga di fango nel villaggio di Matoko. Numerosi anche i feriti e anche il numero dei morti, secondo le autorità, potrebbe salire nelle prossime ore.
Il deputato Kessy Sawang ha parlato di “gravi danni” nei villaggi lungo la catena montuosa del Finisterre ma anche nelle zone costiere. Danni agli edifici sono stati registrati anche nella città di Madang e nell’entroterra dell’isola. Persino la capitale, Port Moresby, avrebbe avvertito distintamente il sisma, nonostante i circa 500 chilometri di distanza. Terremoti di tale intensità sono tutt’altro che una novità per il Paese, che solo nel 2018 era stato sconvolto da un sisma di simile intensità (7.5), che aveva provocato la morte di un centinaio di persone.
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