Da giallo ad arancione. Sale il livello di allerta relativo allo stato del vulcano Stromboli, bocca di fuoco dell’omonima isola delle Eolie. A diramare il nuovo avviso è stato il Dipartimento della Protezione Civile, a seguito di un monitoraggio sull’attività dell’edificio vulcanico. Secondo quanto emerso dalle valutazioni effettuate “durante la riunione con i Centri di competenza e il Dipartimento della Protezione Civile della Regione Siciliana”, lo Stromboli avrebbe mostrato segni di disequilibrio. Abbastanza per convincere le autorità a diramare uno stato di allerta maggiore. Il quale, accanto alle misure di sicurezza per la popolazione, impone un monitoraggio più accurato e costante del vulcano.
Stromboli, prime eruzioni
Del disequilibrio in questione, per il momento, si parla come di una situazione soltanto “potenziale”. Tuttavia, la preoccupazione è inevitabilmente salita, specie dopo le eruzioni avvenute durante la mattinata e le colate laviche scese fino al mare lungo il versante nord-est. Le autorità hanno invitato chiunque sia presente sull’isola a mantenersi informato sull’attività del vulcano e “ad attenersi scrupolosamente alle indicazioni fornite dalle autorità locali di Protezione civile”. Le eruzioni hanno già provocato il crollo parziale della terrazza craterica, oltre che un lieve terremoto registrato dagli strumenti del laboratorio fiorentino di Geofisica Sperimentale. Niente di particolarmente nuovo per l’isola né specifici disagi. Tuttavia, la vigilanza è ora costante.
Monitoraggio potenziato
Il passaggio del livello di allerta è stato decretato una volta appurata l’effettiva pericolosità potenziale dei fenomeni in atto. E, chiaramente, tenendo conto del loro possibile peggioramento. Per il momento, l’allerta maggiore si tradurrà unicamente in un monitoraggio potenziato dell’attività dello Stromboli, così come del filo diretto fra comunità scientifica e strutture operative della Protezione civile. Vige per ora l’invito a non lasciare le proprie case e ad allontanarsi da finestre e porte. Potrebbe essere possibile, infatti, l’esplosione di vetri dovuta allo spostamento d’aria intrisa di ceneri.