La megalopoli di Pechino – capitale della Cina – si è svegliata stamattina coperta da una coltre giallognola. Uno spettacolo preoccupante per i 25 milioni di abitanti della terza città più estesa della Cina e del Mondo.
La coltre giallognola non è salubre
Il colore giallognolo è infatti dovuto allo spesso strato di polvere che copre come una cappa la città, frutto del disastroso effetto combinato dell’impennata dell’inquinamento da smog e di una tempesta di sabbia arrivata dalla Mongolia che hanno ridotto la visibilità a meno di 1.000 metri.
Il governo municipale, lanciando l’allerta “gialla” di 24 ore per la criticità della situazione, ha ordinato a tutte le scuole di annullare gli sport e gli eventi esterni, chiedendo alle persone con malattie respiratorie di rimanere in ambienti chiusi.
Qualità dell’aria da record (negativo)
La situazione, diventata virale sui social media per gli scenari apocalittici creatisi, è il risultato di un inquinamento nella città salito a livelli “pericolosi”, secondo il sito web di controllo della qualità dell’aria Aqicn.
I livelli di particelle di grandi dimensioni di Pm10 erano questa mattina a quasi 20 volte l’esposizione massima giornaliera raccomandata dall’Oms, mentre la concentrazione di microparticelle Pm2.5 era a quasi quota 600, più di 20 volte il limite segnalato dall’agenzia di Ginevra. Non va meglio in Europa dove, secondo l’Oms, la Polonia ha superato livelli record.
Il programma green del Dragone
La Cina – scrive Ansa – ha ridotto drasticamente il livello medio nazionale di Pm2.5 tra il 2015 e il 2019, grazie soprattutto alla riduzione del carbone a uso riscaldamento, e il governo ha annunciato un obiettivo ambizioso per raggiungere la neutralità del carbonio entro il 2060. In più di un’occasione, il presidente Xi Jinping ha invitato tutti i Paesi – Europa compresa – a perseguire una ripresa verde per l’economia mondiale.