Luigi Magnani (1906-1984), illuminato collezionista di opere d’arte e uomo di cultura tra i grandi della sua epoca, realizzò nella sua ‘casa delle meraviglie’ un vero Pantheon di grandi artisti di ogni epoca, un tempio che si andò animando lentamente con l’acquisizione di arredi unici e di dipinti: Tiziano, Goya, Renoir, Monet, Morandi, De Chirico e poi Canova degli ultimi anni della sua vita.
La mostra
Prima dell’emergenza coronavirus, la mostra “L’ultimo romantico” era già in agenda tra marzo e luglio e la Fondazione Magnani Rocca l’ha riprogrammata dal 12 settembre fino al 13 dicembre.
La Fondazione è una delle più importanti istituzioni culturali in Italia, che promuove la diffusione della cultura e dell’arte, quali strumenti per la crescita della società civile. Ogni anno organizza mostre di grande rilevanza e vanta collaborazioni con i principali musei di tutto il mondo.
La mostra, sotto l’egida di “Parma Capitale Italiana della Cultura 2020”, presenta oltre cento opere provenienti da musei e collezioni. Vuole raccontare la figura di Magnani, che amava il dialogo tra pittura, musica, letteratura, con le personalità che frequentò e con le quali si appassionò.
Nell’esposizione, curata da Stefano Roffi e Mauro Carrera, sono presenti: dipinti, ritratti, autoritratti e documenti autografi dei celeberrimi artisti, critici, musicisti, letterati, registi, aristocratici, capitani d’industria frequentati da Magnani, da Bernard Berenson a Margaret, sorella della regina d’Inghilterra, da Eugenio Montale allo stesso Giorgio Morandi. Inoltre, il percorso svela al visitatore omaggi pittorici alla passione per la musica di Magnani, resi da grandi artisti italiani del Novecento, da Severini a de Chirico, da Guttuso a Pistoletto e importanti strumenti musicali antichi.