Colonia etrusca e poi cittadina romana, nel Medioevo fu florido comune legato ai Canossa e sotto la Signoria dei Gonzaga, uno dei principali centri del Rinascimento italiano ed europeo. Mantova è una città-museo, bella come quando fu progettata e dichiarata non a caso dall’Unesco Patrimonio mondiale dell’Umanità.
L’altissimo poeta Virgilio vi nacque nel 70 a.C. e Mantova da sempre lo celebra. Come sappiamo fu la guida di Dante nella Divina Commedia. Della fondazione di Mantova parla il XX Canto dell’Inferno. Dante e il poeta mantovano incontrano gli indovini e Virgilio descrive i dintorni della città e il corso del Mincio, che si tuffa nel Po. Era circondata da acquitrini e le paludi, le cui acque sono state canalizzate e ordinate, tant’è che ancora oggi bagnano i tre lati di Mantova, che ha così mantenuto nei secoli il suo carattere “acquatico”.
Mantova punta su ecologia e qualità della vita: qui si pedala lungo 104 chilometri di ciclabili che ricamano specchi d’acqua e parchi pubblici.
I tesori di Mantova
All’interno delle prime due cerchie murarie sono conservati il maggior numero dei suoi tesori. Primo fra tutti, lo splendido Palazzo Ducale affacciato in parte sulla vasta piazza Sordello, la cui costruzione, mai terminata, è iniziata nei primi anni del Trecento. Una città nella città, che comprende un complesso di cortili, palazzi, chiese, giardini pensili e porticati e racchiude le opere d’arte di Pisanello, gli affreschi di Giulio Romano, una pala di Rubens. Al di là della possente cinta muraria tardo medievale che dà sulla piazza, si apre un vero labirinto di stanze, più di 500, realizzate dai primi signori della città, i Bonacolsi, poi dai Gonzaga, e infine da Maria Teresa d’Austria.
Splendido anche il complesso medievale di piazza delle Erbe, con il Palazzo della Ragione, la Torre dell’Orologio e il Palazzo del Podestà, al cui interno si trova un piccolo museo dedicato al pilota Tazio Nuvolari, orgoglio mantovano. In un angolo della piazza è situata, a un metro e mezzo al di sotto della strada calpestabile, la romanica Rotonda di San Lorenzo. È la chiesa più antica di Mantova, venne fatta costruire nel 1082 da Matilde di Canossa. La sua pianta circolare si ispira alla Chiesa del Santo Sepolcro di Gerusalemme. E poi ancora le chiese di San Sebastiano e Sant’Andrea, progettate da Leon Battista Alberti; la casa di Andrea Mantegna e la meraviglia di Palazzo Te, situato oltre la terza linea di mura, in un luogo anticamente detto Tejeto, per le capanne che vi si trovavano. L’interno di questa villa suburbana voluta da Federico II Gonzaga nel Cinquecento è spettacolare, con affreschi fregi e motivi ornamentali.
Come sarà l’edizione 2020 del Festivaletteratura
Sicuramente inedito, itinerante e in stile delivery, per aggirare il distanziamento sociale. E allora con una spruzzata di fantasia: visto le persone non potranno riunirsi nelle piazze, assisteranno agli incontri in programma dai balconi e dalle finestre di casa trasformati in tribune e logge, mentre gli scrittori e gli artisti si esibiranno nei cortili dei condomini e in parcheggi, palcoscenici indubbiamente poco convenzionali ma dal curioso effetto scenografico; addirittura, saliranno a bordo di un “furgone poetico”, in tour permanente per raggiungere spazi e luoghi in passato non considerati, come i quartieri periferici, invitati anch’essi al grande party della letteratura. Sarà quindi una sorta di edizione zero dopo le paure del lockdown. Una versione sicuramente ridotta rispetto al passato, ma non un ripiego, quella che si terrà dal 9 al 13 settembre, in una Mantova pronta ad abbinare i pensieri elevati ad assaggi di tortelli di zucca e sbrisolona coinvolgere i quartieri periferici, invitati anch’essi al grande party della letteratura. Gli autori vengono qui da tutto il mondo per parlare al pubblico e stare con il pubblico.