La repubblica insulare di Kiribati, nell’oceano Pacifico centrale, non è più “Covid-free”. Ironia della sorte, ha “contratto” il coronavirus proprio dai turisti internazionali arrivati con il primo volo dopo la riapertura dei confini.
Nel mezzo del Pacifico, a cavallo dell’Equatore e della linea di cambiamento di data, l’arcipelago di Kiribati (pronuncia: ki-ri-bas) comprende 33 isole disperse su una zona marittima di circa 3550000 km² e spartite in tre arcipelaghi assai distanti tra loro. Solo 21 di queste isole sono abitate in modo permanente per un totale di 119mila abitanti.
Il volo “fatale” verso Kiribati
L’atollo era riuscito finora ad evitare completamente il Covid-19 ed aveva riaperto i suoi confini lo scorso 10 gennaio per la prima volta dopo 10 mesi. Tuttavia, il primo aereo atterrato nella capitale South Tarawa il 14 gennaio è stato fatale: nonostante infatti tutte le precauzioni del caso, oltre l’85% delle persone (46 su 54) a bordo del volo Fiji Airways – proveniente dalle “vicine” isole Figi – sono risultate positive all’arrivo e sono ora in quarantena.
Dopo che un membro della sicurezza della struttura adibita alla quarantena e due residenti hanno contratto il virus – scrive l’Independent riportato da Ansa – le autorità hanno annunciato un lockdown di quattro giorni a partire da lunedì oltre a un coprifuoco di due settimane iniziato martedì scorso. Inoltre, tutte le scuole dell’isola sono state chiuse.
Resta il mistero di come le 46 persone sul volo della Fiji Airways possano avere contratto il virus visto che prima di imbarcarsi erano risultati negativi al tampone ed avevano comunque trascorso due settimane in quarantena.