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B&B familiari e case vacanze in ginocchio. Una petizione al Ministro del Turismo

Le prospettive di ripartenza si spostano da giugno all'estate. I B&B familiari sottoscrivono una petizione al ministro del Turismo per chiedere considerazione

Un grido di allarme parte dai gestori di case vacanze e bed & breakfast familiari italiani.

Se a inizio febbraio le speranze per la ripresa del settore erano basse, ma c’erano, a inizio marzo, in piena terza ondata, sono del tutto crollate.

Il 40% delle strutture non ha ancora riaperto; il 50% non ha ancora ricevuto alcuna prenotazione per il 2021.
Le poche prenotazioni esistenti avvengono last minute e, se i dati di febbraio sembravano indicare che giugno potesse essere un mese interessante, oggi invece questo picco non c’è più e sembra spostarsi, di poco ancora, sull’estate. Questo spostamento è sicuramente dovuto all’estensione dell’utilizzo del bonus vacanze, richiesto e non ancora speso da 1 milione e centomila famiglie, dal 30 giugno a tutto il 2021. Il 72% delle prenotazioni proviene dall’Italia; il dato non si è mosso tra febbraio e marzo.
Il portale Bed-and-Breakfast.it  ha promosso il sondaggio da cui si ricavano questi dati, disponibile interamente a questo link:

La petizione al ministro del Turismo

Il portale Bed-and-Breakfast.it insieme alle principali associazioni nazionali e regionali di categoria ha lanciato una petizione in cui chiede al Governo di includere anche il settore dell’ospitalità familiare non imprenditoriale, che rappresenta il 70% del comparto, nelle iniziative di sostegno e di rilancio, del tutto mancate nell’ultimo anno, inclusa la incomprensibile ed inescusabile esclusione dal bonus vacanze.

Link alla Petizione:
http://chng.it/fDzVrk4LPG

Il testo della petizione

Egregio Ministro, 

le strutture ricettive extralberghiere regolarmente riconosciute coprono il 55% delle camere dell’ospitalità Italiana.

Per la loro dimensionelocalizzazionestagionalità e soprattutto giro d’affari, la maggior parte delle strutture extralberghiere opera in forma non imprenditoriale, in linea con la legge dello Stato che disciplina le attività saltuarie e con le leggi regionali che molte volte obbligano tale forma.

Nonostante non siano imprese pagano tasse proporzionalmente superiori alle attività ricettive gestite in forma imprenditoriale (minimo il 23% sui redditi diversi), incluso un doppio canone Rai maggiorato, Siae, etc. Sono strutture regolarmente censite, presentano una regolare SCIA; assolvono all’obbligo della segnalazione degli alloggiati alla Polizia; segnalano i flussi turistici alle Regioni e all’ISTAT.

Il settore extralberghiero è un pilastro dell’economia nazionale, che produce buona parte del PIL turistico attraendo milioni di nuovi viaggiatori, così come hanno fatto le compagnie aeree low cost, e generando di riflesso un’economia diffusa e capillare che arricchisce tutto il Paese.

Per questi motivi, chiediamo:

  • che i proprietari di strutture ricettive non imprenditoriali regolarmente censite possano accedere alle azioni di sostegno messe in opera da questo Governo;
  • che qualsiasi investimento per il rilancio del settore turistico includa sempre anche le strutture ricettive non imprenditoriali e si eviti, da oggi e per il futuro, come è successo per il bonus vacanze, la loro incomprensibile e inescusabile esclusione.

IN FEDE

Giambattista Scivoletto
Amministratore Bed-and-Breakfast.it

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