Secondo l’Agenzia internazionale per l’energia (AIE), le emissioni globali di gas serra legate all’energia dovrebbero raggiungere un “picco” nel 2025. Lo si legge nel rapporto annuale 2022 dell’Agenzia stessa (World Energy Outlook 2022), dove si sottolinea anche, dall’altro lato, che la guerra della Russia in Ucraina avrà un effetto paradossalmente positivo sul clima, avendo innescato un forte aumento degli investimenti in energie sostenibili.
Aie: “E’ l’ora della svolta”
“Siamo a un punto di svolta storico e definitivo verso un sistema energetico più pulito, più conveniente e più sicuro – annuncia il direttore esecutivo dell’Agenzia AIE Faith Birol – perché i cambiamenti innescati si prolungheranno e avranno i loro effetti negli anni a venire”. Nel 2021 si è registrato il record (negativo) di emissione di gas serra.
World Energy Outlook 2022 is out now! 🚨#WEO22 shows that the global energy crisis can be a historic turning point towards a cleaner & more secure future.
Explore the key findings ⬇️
— International Energy Agency (@IEA) October 27, 2022
AIE: “Nel 2025 il picco di emissioni Co2 legate all’energia”
Per la prima volta – scrive AIE in un comunicato – la domanda globale di ciascuno dei combustibili fossili mostra un picco o un plateau su tutti gli scenari Weo (World Energy Outlook), con le esportazioni russe che stanno diminuendo significativamente man mano che l’ordine energetico mondiale viene rimodellato.
Le trasformazioni innescate sul mercato energetico dall’invasione russa, con la crisi energetica globale, hanno il potenziale per accelerare la transizione verso un sistema energetico più sostenibile e sicuro.
Il “profondo riorientamento” dei mercati mondiali energetici – scrive AIE – avrà effetti positivi sul clima e sul pianeta. Mentre alcuni Paesi stanno attualmente cercando di aumentare o diversificare la loro fornitura di petrolio o gas, combustibili fossili con elevate emissioni di Co2 – scrive TgCom24 riprendendo i datiAIE – molti stanno cercando di accelerare i loro cambiamenti strutturali verso le energie pulite.
The @IEA World Energy Outlook 2022 is out.
A major focus of the report is on how to meet the climate goals.
Great visualisation of the pathway to net zero.
Full report available for free here: https://t.co/3XZiQaEkZ0 pic.twitter.com/JVAmMh2IuE
— Jan Rosenow (@janrosenow) October 27, 2022
La crisi sui mercati
D’altra parte, lo shock causato dalla crisi energetica sta determinando notevoli turbolenze sui mercati petroliferi, che hanno reso necessari due rilasci ci scorte di petrolio di portata senza precedenti da parte dei Paesi membri dell’Agenzia per evitare problemi ancora più gravi.
Nel World Energy Outlook 2022 si ricorda quindi che, per le forti preoccupazioni geopolitiche ed economiche che non accennano a diminuire, i mercati energetici rimangono estremamente vulnerabili.
Il rapporto sottolinea che il peso della crisi ricade soprattutto sulle famiglie più povere, che spendono una quota maggiore del reddito proprio per l’energia. Si mette poi in evidenza che, oltre alle misure a breve termine per proteggere i consumatori dagli impatti della crisi, molti governi stanno adottando ora misure più a lungo termine, con la diversificazione delle forniture e l’accelerazione verso energie più sostenibili.
In particolare, tra le risposte messe a punto vengono sottolineati il pacchetto Ue RePower Eu, il programma Green Trasformation del Giappone, l’obiettivo della Corea di aumentare la quota del nucleare e delle energie rinnovabili nel suo mix energetico e gli ambiziosi obiettivi in materia di energia pulita in Cina e India.
Energie pulite: investimenti a +50% entro il 2030
In questo nuovo scenario, le misure messe in campo porteranno un aumento degli investimenti globali sulle energie pulite pari al 50% da qui al 2030. Inizialmente ci sarà un temporaneo vantaggio per il carbone dovuto all’attuale crisi. Ma la situazione si trasformerà rapidamente proprio perché le rinnovabili metteranno a segno guadagni sempre maggiori.
Ecco perché, se nel 2025 sarà raggiunto un punto massimo per le emissioni globali, parallelamente il profondo riorientamento dei mercati su fonti energetiche alternativi dovuto alla rottura dei flussi Russia-Europa modificherà radicalmente l’assetto energetico e quindi anche quello delle emissioni inquinanti.