In un mese e mezzo la politica italiana è stata fortemente modificata da eventi rapidissimi che hanno sortito conseguenze e risultati inattesi. Cosicché chi era rassegnato all’opposizione per tutta la legislatura si ritrova catapultato nel Governo, chi ha operato intempestivamente per avere ancora più spazi nell'esecutivo, si ritrova fuori. Ma come se non bastasse, ed appena insediato il nuovo Governo voluto innanzitutto da Renzi, è proprio l'ex premier che costituisce una nuova forza politica che dichiara di centro, e sposta una ventina di parlamentari sul suo nuovo gruppo. Di fronte a questi accadimenti, che sono la somma di tanti altri che hanno segnato tempi molto bui per la stabilità politica e per la responsabilità in politica, molti cattolici si stanno interrogando sul da fare, anche stimolati dalle esortazioni e riflessioni sulla situazione italiana, venute da una riunione voluta dalla Cei con le associazioni cattoliche impegnate nel sociale e nel politico. Sono in molti che pensano che da quando i cattolici hanno per varie ragioni tirato i remi in barca, le navigazioni sicure ed efficienti si siano man mano rarefatte, ed i risultati inconfutabili del degrado sono sotto gli occhi di tutti. Ma se è vero che i cattolici, possono essere importanti per ridare al paese speranza, è altrettanto vero che devono farsi riconoscere davvero, da quello che dicono, da quello che fanno, a cosa ancorano la loro iniziativa, e con cosa sostanziano la loro identità. Innanzitutto devono ben declinare la Dottrina Sociale nella attività politica, devono imporsi di fortificare la loro identità per avere davvero autonomia, insomma devono saper darsi un'andatura sufficiente, per portare una ventata nuova nel sociale e nelle istituzioni, con vino nuovo con dentro otri altrettanto nuovi.
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