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Un Centro autonomo e alternativo

Dopo la fulminea irruzione di Matteo Renzi nella desertica area centrista, ecco che molti altri spingono da ogni parte per ripopolare il centroĀ che, pur presente nominalmenteĀ sia nella formazione di destra come dā€™altronde anche in quella di sinistra, sta lƬ solo di facciata per appena mitigare la predominanza altrui. Anche diversi gruppi cattoliciĀ hanno colto lo spirito di questo tempo, che vede in politica solo il dominio di posizioni esasperate, e vogliono reagire con rinnovato impegno, anche per arginare lā€™offensiva relativista che sta deturpando ogni tradizione e principio cristiano.Ā Il fatto che cristiani desiderano dare vita aĀ una nuova stagione di impegno nellā€™area centrista e trovare intese anche con altreĀ famiglie politiche moderate, ĆØ un bene per un nuovo equilibrio che potrĆ  permettere alla nostra Repubblica di evolversi, in questi tempi tormentati per la Democrazia. Ma credo che proprio per lā€™importanza straordinaria dellā€™impegno, ĆØ necessario dichiararsiĀ autonomi eĀ alternativi all'attuale sistema politico. Linguaggio, fedeltĆ  al sistema associativo democratico, obiettivi economici, sociali di principio devono esprimere la vera differenza rispetto a come si ĆØ svolta la politica nellā€™ultimo ventennio, e ridare potere ai cittadini defraudati del lascito piĆ¹ prezioso dei Costituenti: associazioni politiche e sociali regolateĀ internamente da modalitĆ  democratiche, sistemi elettorali votati a dare voce ad ogni presenza culturale, modalitĆ  di scelta diretta con il voto per il proprio rappresentante territoriale. Una presenza cristiana tra le altre centriste e moderate che vogliano davvero rimuovere le imposture populiste nuove e vecchie,Ā dovranno dichiarare fasulla ogni proposta economica che aumenta il debito pubblico e non lo riduce, lā€™assistenzialismo, il sistema iniquo ed irresponsabile fiscale,Ā il sistema dei servizi pubblici ed affidati in concessione da rivedere radicalmente, una scuola da rifondare e ricollegare alle attivitĆ  produttive ed amministrative eĀ al cambiamento digitale.

Ora, se lā€™ambizione ĆØĀ cosƬ alta come dovrĆ  essere, oltre allā€™attenzione al programmaĀ dovrĆ  esserci alternativa anche alla confusione di questi anni sostanziata da esasperazioni e dal mettere gli uni contro gli altri. Giovani e anziani, uomini e donne, chi ha fatto politica e chi non lā€™ha mai fatto, le Ć©lite e non, e si potrebbe continuare allā€™infinito sulle baggianate coltivate in questo ventennio per sfuggire ai temi dellā€™economia e delle questioni sociali: insomma queste categorie svilenti la buona politica vanno rifiutate alla radice. Questo ĆØ meglio precisarlo; non si sa mai ci si possa ritrovare sotto nuove spoglie le stesse parole dā€™ordine, ora per convenienza ora perchĆ© in qualche modo sono permeate piĆ¹ di quello che si pensa nel corso del buio ventennio passato. Dā€™altro canto se il confronto politico spesso ĆØ stato deviato in tal modo e non ha avuto opposizioni considerevoli anche nellā€™ambiente cattolico, una ragione ci deveĀ  pur essere.

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