Incominciano i preparativi per il 25 aprile e già si intravvedono i segni della polemica, ormai da molti anni consueta, tra favorevoli e contrari, laddove i favorevoli, però, non sopportano strumentalizzazioni politiche, tra coloro che pur contrari ai valori originali resistenziali, riconoscono nell’evento la forza di potenziale strumento di unità nazionale. Ma quest’anno, i rischi di polemica e di uso spregiudicato della ricorrenza sono ancora più grandi, a causa dell’imminente volto per il rinnovo del Parlamento europeo. Credo, allora, che chi ha a cuore l'unità della Nazione ed ama la libertà e verità, debba commemorare e ricordare nella ricorrenza ogni evento che ha mortificato e oppresso la libertà degli italiani, ucciso persone per il loro credo religioso, per le opinioni politiche, per la loro razza. Il 25 aprile, allora, dovrà ricordare le vittime del nazifascismo, degli eccidi delle foibe triestine, della mafia, degli ebrei, delle vittime della stessa resistenza, a partire dai religiosi e religiose giustiziati soprattutto nelle zone della Emilia Romagna. Potrà diventare davvero la festa della libertà di tutti gli italiani.