Come di consueto, anche quest’anno è stata convocata l’assemblea annuale di Confindustria: l’appuntamento più importante degli industriali italiani. Un meeting cruciale per comunicare all'opinione pubblica malumori e speranze che vengono sintetizzate e rappresentate dal Presidente dell’organizzazione Vincenzo Boccia. Gli imprenditori, si sa, sono molto preoccupati e delusi dalle decisioni del governo sulle questioni economiche; si è consolidata tra loro l'opinione, che più che assistere le imprese nel difficile compito di conservare gli spazi nel mercato mondiale, si pensi solo a catturare consensi con politiche assistenziali. In effetti nell’ultimo documento di programmazione finanziaria, le poche risorse disponibili sono state dirottate sul reddito di cittadinanza e su “quota cento”. Peraltro, oltre che a raschiare il barile, per mantenere le promesse fatte in campagna elettorale, si sono dovuti fare altri debiti, che certamente hanno influito negativamente anche sull’ultima impennata dello spread.
Insomma, l’appello fatto da Boccia è stato dettato fortemente dall'esasperazione della condizione deplorevole dell'economia; se è arrivato a proporre con grande veemenza, un accordo tra maggioranza ed opposizione sulle terapie più decisive per il Paese. Sia chiaro, la proposta è giusta ed anche responsabile, ma mi chiedo come potrà avverarsi con un governo che ha una divisione profondissima al proprio interno. Se potessi dare un consiglio a Vincenzo Boccia, gli direi: “Continua ad insistere a che tutte le forze politiche si mettano d’accordo su come concorrere al bene del Paese. Ma insieme ai Sindacati ed altre associazioni, ci si impegni a spiegare i fondamentali dell'economia e delle conseguenze di alcune scelte in tutte le città italiane”. Dico ciò perché in questo momento sono convinto che la confusione sia grande, e molti cittadini non sanno più che pensare davanti a tante novità che spesso sono vecchie come il mondo.