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Sì al Natale a scuola

Si avvicina Natale e immancabilmente alcuni insegnanti, stavolta in provincia di Ancona, ripropongono il solito cliché di negare che le festività natalizie, fatte di recite riguardanti la natività, l’allestimento dei presepi e comunque ogni evento che si riconduce alla fede cristiana, o più blandamente alle nostre tradizioni, che possono nuocere la pacifica convivenza, in quanto offenderebbero la sensibilità dei bambini di origine straniera. Dunque, il solito copione è che non si deve celebrare nulla: come se fossimo un corpo comunitario senza storia, senza tradizioni, senza fede. Peraltro, va detto, non sembra che gli immigrati abbiano nulla da ridire sulle nostre tradizioni, abituati alla cultura che a casa di chi ci ospita, non si pongono problemi. Oramai è accertato, i problemi sono sollevati da piccoli gruppi di insegnanti ideologizzati. Questi comportamenti  sono stati anche influenzati da talune correnti politiche radicali che esercitano influenza negativa sulla scuola italiana. A ben riflettere su diversi accadimenti anomali, nocivi per la nostra identità presenti nella scuola italiana, credo che valga la pena ricordare alcune cose che secondo me sono gravi, e snaturano il senso del ruolo tanto delicato della scuola. Ormai frequentemente chi dirige la scuola,  dal Ministro della istruzione a singoli insegnanti, oltre che a forzare la mano sulle nostre tradizioni, entrano persino nell’ambito delle responsabilità delle stesse famiglie sugli aspetti sensibili della identità degli studenti. Talvolta sembra che sia tornato in auge il triste concetto di Stato etico: di uno Stato che si intrufola nella vita delle persone e delle famiglie. Di fronte a tante situazioni così mortificanti del senso comune, credo che valga la pena ricordare che l’unico ruolo della scuola italiana, è certamente quello di istruire e formare i nostri ragazzi. Soprattutto in un epoca di grandi cambiamenti tecnologici, dovrebbe porsi il problema della sua efficacia e produttività sul terreno più delicato per la nostra comunità, costruire attraverso programmi scolastici adeguati un futuro più solido per i nostri ragazzi.

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