Dichiarazioni al vetriolo quelle rilasciate da Luigi Di Maio per l’approdo del Senatore Ugo Grassi alla Lega, lasciando il Movimento 5 stelle. Il capo dei grillini chiaramente scosso da questo abbandono, che a detta degli informati dovrebbe anticipare altre uscite di senatori e deputati, si lascia andare in considerazioni non edificanti per i transfughi e per chi li accoglie. Ma il ministro Di Maio non dovrebbe meravigliarsi, se come dice è in piedi un vero e proprio mercato delle vacche. Da quando si è rimosso il sistema proporzionale e soprattutto la possibilità per il cittadino di scegliersi il proprio rappresentante di territorio con la preferenza, coloro che sono eletti non sono ancorati in alcun modo ai propri elettori, e dunque si sentono liberi per ogni scelta opportunistica. Se invece fossero stati gli elettori a sceglierli e non i gerarchi dello schieramento che li esprime, il legame con loro, e la pubblica disapprovazione mossa da decine e decine di migliaia di elettori sarebbe un forte deterrente per i ‘salti della quaglia’. Allora che c’è da dire, se non che chi è causa del suo male pianga se stesso.