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Qualcosa non va

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La pressione fiscale nel secondo trimestre 2019 è stata pari al 40,5%, in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Lo comunica l'Istat diffondendo i dati del conto trimestrale delle Amministrazioni pubbliche, reddito e risparmio delle famiglie e profitti delle società. Continua quindi il trend che anche nel primo trimestre aveva segnato un aumento di 0,3 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, registrando il dato più alto dal 2015. Ormai le tasse degli italiani hanno raggiunto vette che pochissimi altri popoli uguagliano. Un tale peso ormai schiaccia ogni attività economica e scoraggia investimenti e danneggia la predisposizione degli italiani al risparmio. Dunque, una condizione che non ci permette ancora di riassorbire le perdite cospicue accumulate nel lungo periodo di crisi, che al contrario di altri paesi industrializzati non riusciamo a superare. Ma bisogna anche ricordare che l'attuale altissima pressione fiscale, di converso coincide con l’assenza di investimenti pubblici per le infrastrutture, per la scuola, per la sanità, per il welfare. Cioè, mentre trent’anni fa la pressione fiscale era almeno di 8 punti percentuali, e gli investimenti nei settori ricordati erano cospicui, oggi i cittadini pagando pur pagando molto di più, lo Stato non investe. C’è qualcosa che non va. 

Raffaele Bonanni: