E'salito in cielo accompagnato dagli angeli di Dio don Giuseppe Stoppiglia. Amico, fratello, Padre. Un presbitero instancabile che ha vissuto l’intera vita a fianco e a sostegno dei deboli. È stato “prete operaio”, ha organizzato in Brasile comunità di recupero di “bambini di strada”, ha formato al Vangelo sindacalisti metalmeccanici, delle costruzioni, veneti, come ha formato e organizzato giovani di ‘Macondo’, l’associazione giovanile da lui stesso fondata. Quando l’ho conosciuto sono rimasto fortemente colpito dal suo apostolato, e subito gli chiesi di sostenermi spiritualmente. La sua missione di sacerdote la concepiva interamente al servizio delle persone; senza giudicare, senza chiedere nulla. La visione che dava di Gesù, non era quello biondo, occhi azzurri, un po’ effeminato, ma l’immagine del Cristo Pantocratore: il volto scavato dalle vicissitudini della vita comune, annerito dal lavoro, con capelli neri corvini crespi, e lo sguardo severo e magnetico del Pastore. Ha predicato il Cristo Salvatore che indica la redenzione per ottenere il Paradiso, attraverso la dedizione totale alle persone in difficoltà spiritualmente è materialmente. Molti impegnati nel Sindacato gli sono riconoscenti per l’aiuto incondizionato avuto. Sono sicuro che con la sua scomparsa dalla terra, continuerà a seguire ciascuno di noi, e che comunque, l’esperienza vissuta con lui, ci rimarrà per la vita intera nel cuore e nella mente. Don Beppe ha creduto fortemente nel Concilio Vaticano II, di una chiesa che si rinnova con le persone impegnate nella evangelizzazione nei posti di lavoro, nei luoghi della disperazione, ovunque c’è bisogno di una carezza, di una parola di incoraggiamento, di un sorriso.
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