Nella ricorrenza della nascita di Giuseppe Di Vittorio, il sindacalista bracciante della Cgil, una stele commemorativa che lo onora nei luoghi dove è cresciuto e ha lavorato da ragazzo, è stata distrutta da vandali. Nel clima di odio che serpeggia nell’intero Paese, avvengono fatti tristi e preoccupanti come questo. Non era mai accaduto che qualcuno oltraggiasse un sindacalista schietto e determinato come Di Vittorio: è stato sempre rispettato da tutti in memoria delle lotte che insieme ad altri pionieri del sindacalismo italiano, ha saputo condurre a favore dei lavoratori più umili e poveri. Quando si soffia sul fuoco spinti dal furore partigiano, sia di partito sia di contrarietà alle associazioni sociali (e questo avviene ogni giorno da anni), i più ignoranti, gli irresponsabili, gli avventurieri, i delinquenti, trovano facilmente indicate le vie torbide delittuose della provocazione. Dovranno suonare a festa tutte le campane dai campanili d’Italia, quando riusciremo riottenere la pace tra tutti. Intanto le persone di buona volontà non abbiano paura nell’indicare pubblicamente gli untori dell’odio, che in verità sono in opera da diverso tempo nella nostra cara Italia. Credo che occorra un patto civico tra tutte le persone pacifiche per concorrere a prosciugare ogni attività politica e sociale che giornalmente introduce modi di fare contrari alla convivenza civile. Intanto il Sindaco della località che ha subito l’oltraggio a Giuseppe Di Vittorio, ha prontamente dichiarato di voler ripristinare la lapide in onore del sindacalista pugliese, ed è una bella è tranquillizzante testimonianza di responsabilità