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L'aneddoto sempre attuale di De Gaulle

Viviamo in un epoca tumultuosa; lo sviluppo economico, quello digitale, catalizzati dalla globalizzazione, incidono fortemente sui costumi, sulla cultura, sull’apprendimento, che tuttavia a secondo della persona, possono avere un effetto diverso. Le persone riflessive e sensibili, traggono fortemente profitto dagli innumerevoli mezzi che la modernità mette loro a disposizione; sanno goderne con semplicità e umiltà. Anzi, costoro più apprendono e più diventano consci dei limiti che hanno di fronte ai confini illimitati della conoscenza. Ci sono invece i presuntuosi che mancano di sensibilità, e non conoscono e non vogliono conoscere i propri confini. Si ingozzano di nozioni ed informazioni che la civiltà dell'informazione mette a disposizione, ed in assenza di basi solide, le affastellano e utilizzano maldestramente nelle relazioni con altri, nelle comunicazioni politico-sociali, nelle delicate e complicate attività della difficile democrazia di questi tempi moderni, creando non pochi problemi per i processi di responsabilizzazione della Comunità. Infatti questo è un momento molto difficile per le attività sociali e politiche; la differenza viene fatta dalla presenza della prima tipologia di persone sopra descritte, e da coloro che appartengono alla seconda categoria. Spesso i rischi di fraintendimenti possibili, sono sempre presenti, nella realtà sociopolitica pressata dal populismo.

Ogni volta che rifletto su questi aspetti della vita odierna, mi viene sempre in mente un aneddoto a cui sono molto legato, secondo me attinente al problema che sollevo, ma che senza dubbio hanno assillato anche le comunità di altre epoche. L’aneddoto parla del Generale De Gaulle, che festeggiando la cacciata dei nazisti da Parigi e sfilando in parata lungo “le Champs Elisées”, ebbe modo di dare il suo giudizio su una categoria di persone a parere suo nocive, per il buon governo della nuova Francia libera. Impettito sulla camionetta, che lo vedeva intento a salutare la grande folla disposta a destra e sinistra del grande viale, il suo attendente ad un certo punto gli indica una grande scritta sul muraglione del lato sinistro, che così diceva: “Abbasso i cretini“. Il Generale senza scomporsi, subito gli disse: “Caro amico, questo sì che è un grande programma di Governo per la ricostruzione rapida e proficua della Francia”.

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