Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in occasione della commemorazione del centesimo anno della nascita nascita della Confcooperative (le cooperative bianche), tra gli applausi fragorosi, ha sottolineato con decisione che “i corpi intermedi” sono il pilastro della Repubblica, secondo la nostra Costituzione. Parole significative che spingono ad esultare qualsiasi democratico che crede nella partecipazione concreta alla vita pubblica delle persone. I nostri padri costituenti hanno costruito una architettura di principi, tutta orientata a favorire l’associazione dei cittadini a che potessero dotarsi di poteri autonomi e concorrenti al bene pubblico, attraverso il governo del proprio ambito. I Costituenti, in questo modo, hanno voluto cittadini comuni in grado di darsi chance per pareggiare lo strapotere di chi ha molti capitali e di chi, governando, può approfittarsi del potere detenuto, per danneggiare le proprie opposizioni o favorire i propri sostenitori. L’importanza delle associazioni, riguarda anche l'esperienza proveniente dall’impegno che si accumula che genera responsabilità utile per alimentare soggettività e capacità dei cittadini nel porsi come classe dirigente esperta e consapevole del proprio ruolo. Applaudiamo dunque il Presidente e lo incoraggiamo ad insistere su questi concetti assai vitali per la Democrazia. Chissà, forse se Mattarella dovesse proseguire gli approfondimenti su queste verità, può darsi che gli attuali governanti, ma anche i loro oppositori, si convertano ad una nuova modalità di porsi nella gestione del proprio ruolo. Se dovessero essere convertiti “sulla strada di Damasco”, certamente la finirebbero di agitarsi giornalmente, nel voler dare l'impressione a tutti che tutto dipende da loro e tutto possono fare. Con franchezza c’è da dire, che per ora abbiamo sentito solo molto rumore.
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