Reporter sans frontieres, organizzazione consulente dell’Onu per la libertà di informazione e della stampa, ha varato un appello a che ogni Paese sottoscriva un patto per la libera e corretta informazione, partendo dalla considerazione, che lo sviluppo delle tecnologie digitali, se da una parte concorre fortemente a potenziare l’informazione, dall’altra attraverso esse può manipolare i fatti per scorretta, se non della falsa informazione. Ma l’appello riguarda anche i segnali di insofferenza che provengono dalle varie nazioni contro la libertà di espressione. Un accordo tra gli Stati senz’altro gioverebbe allo sviluppo della civiltà, salvaguardando uno dei suoi pilastri fondamentali. Ma il problema è antico, pur se di questi tempi molti strumenti sono nuovi ed è un bene piegare le tecnologie moderne al bene della buona convivenza tra opinioni. Il patto, sono sicuro, dovrà ricordare a tutti con grande rigore che quando la libertà di informazione è piegata a propositi di colpire le singole persone (anche coloro che hanno grandi responsabilità istituzionali) con gossip e dossieraggi seriali, si aprono le porte sempre alla barbarie. Poco importa a questo punto se viene promossa da entità che si rifanno alla cultura democratica, oppure realtà che avversano la democrazia. Sono sicuro che l’uso distorto di una libertà nuoce sempre pericolosamente contro la libertà. Chi ha buone orecchie, intenda.