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La luce dell’altruismo illumina i volontari

Il 5 dicembre di ogni anno, secondo quanto sancito con la Risoluzione 40/212 del 17 dicembre 1985 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, si celebra la Giornata internazionale del volontariato per lo sviluppo economico e sociale. Con questa giornata, i governi degli stati membri sono stati invitati a prendere misure per elevare la consapevolezza dell’importante contributo del servizio di volontariato, in modo da stimolare piĆ¹ persone di ogni condizione a offrire i propri servizi come volontari, sia nel proprio paese sia all’estero. Oltre a ciĆ², a sostegno di questo impegno, l’Assemblea Generale ha proclamato, con la Risoluzione 52/17 del 20 novembre 1997, il 2001 come Anno internazionale dei volontari e nel corso di questo periodo ha adottato una serie di raccomandazioni sulle modalitĆ  attraverso cui i governi nazionali e il Sistema delle Nazioni Unite potrebbero sostenere lo sviluppo del volontariato e ha domandato che fosse data larga diffusione a queste raccomandazioni. Interris.it, in merito a questa giornata e allā€™importanza del volontariato ha intervistato Luigi Bobba giĆ  presidente nazionale delle Acli, parlamentare e sottosegretario al Lavoro, ora presidente di Terzjus, di Enaip Mozambico e del Comitato Global Inclusion.

Lā€™intervista

Qual ĆØ il significato della Giornata internazionale del Volontariato?

ā€œQuesta giornata vuole richiamare l’attenzione sul fenomeno del volontariato, che costituisce lā€™elemento portante di molte comunitĆ , anche di quella del nostro paese. Naturalmente ĆØ un richiamo, un segno e non certo un recinto nel quale porre lā€™attenzione al volontariato in una giornata e poi dimenticarsi negli altri giorni dellā€™anno, ma ĆØ un segno che deve trasfondersi ed in seguito attraversare tutto lā€™anno in quanto, il volontariato, ĆØ un elemento costitutivo della vita delle nostre comunitĆ ā€.

Com’ĆØ cambiato nel corso degli anni il mondo del volontariato e quali nuove peculiaritĆ  sono emerse?

ā€œIl volontariato ĆØ un fenomeno antico, le Misericordie risalgono fino al 1200. A Firenze, ad esempio, cā€™ĆØ una diatriba sul fatto se sia nato prima il Comune o prima la Misericordia. Lā€™emergenza piĆ¹ recente perĆ² ĆØ quella risalente agli anni ā€™80 e ai primi anni ā€™90 del ā€˜900 che hanno dato luogo a un riconoscimento normativo attraverso la legge 266. CiĆ² ĆØ stato importante per dire che questo fenomeno ĆØ in grado di generare nuove forme di azione volontaria orientata a prendersi carico dei bisogni delle persone piĆ¹ fragili e deboli con modalitĆ  e risposte innovative. A tal proposito il legislatore ha premiato questo fenomeno che attraversava le nostre comunitĆ . PiĆ¹ recentemente si ĆØ verificata invece unā€™incorporazione della Legge 266 allā€™interno del Codice del Terzo Settore con una particolare attenzione alla figura ed allo status del volontario in modo da dare una dignitĆ  propria e una configurazione che ĆØ personale, gratuita, spontanea e libera. Queste sono caratteristiche che la distinguono in modo netto dal fenomeno del lavoro che ha unā€™altra dimensione rispetto alle peculiaritĆ  originali e distintive del volontario. ƈ necessario aggiungere che, sempre con la riforma, cā€™ĆØ stato un impulso ā€“ anche in termini di sostegno economico ā€“ ai Centri di Servizio per il Volontariato che, oltre a sostenere le Organizzazioni di Volontariato, sono chiamati a diventare dei veri e propri agenti di sviluppo dellā€™azione volontaria in qualunque forma organizzativa o giuridica in cui essa si presenti. Infine, nel corso dell’ultimo decennio, ĆØ emerso un nuovo tratto distintivo che lā€™Istat definisce volontariato individuale, rappresentato da un milione e settecentomila persone a fronte quattro milioni e seicentomila volontari organizzati e associati. Dunque, bisogna fare i conti con questa nuova disponibilitĆ  allā€™impegno volontario da un lato e dallā€™altro capire come le organizzazioni associative possono essere in grado di intercettare questa disponibilitĆ , formandola, organizzandola e dandogli una capacitĆ  di durata nel tempo. Sicuramente questo fenomeno va osservato attentamente con la consapevolezza che, lā€™individualizzazione dei comportamenti, che ĆØ un problema generale della nostra societĆ , sta attraversando anche lā€™azione volontaria. PerĆ², se vogliamo dei volontari che siano competenti, capaci di ascolto e di cura e che abbiano una capacitĆ  di durare nel loro impegno volontario al servizio delle persone piĆ¹ deboli, delle comunitĆ  piĆ¹ dimenticate e dei bisogni piĆ¹ difficili da affrontare ĆØ necessario che ci siano delle organizzazioni in grado di motivare e formare i volontari al fine di svolgere la missione che si sono prepostiā€.

Quali auspici nutre per il futuro del volontariato?

ā€œE’ importante che i Centri di Servizio per il Volontariato a seguito della riforma diventino dei compagni di strada per tutte le forme dellā€™associazione volontaria presenti sul nostro territorio supportandoli in modo che possano svolgere al meglio la loro missione. Oltre a ciĆ², ĆØ necessario che le organizzazioni si pongano il problema di trovare e animare nuove vocazioni allā€™impegno volontario, attraverso una formazione adeguata, sia in termini di valori che di competenze, con l’obiettivo di organizzare delle risposte nei confronti di coloro che manifestano un maggior grado di vulnerabilitĆ , fragilitĆ  e di esclusione. Questi sono due processi che potrebbero rafforzare non solo il numero delle persone che si dedicano ad attivitĆ  di volontariato in modo non occasionale ma anche la qualitĆ  di questa azione che, se coordinata con gli interventi della pubblica amministrazione, potrebbe avere una diversa ed anche piĆ¹ importante efficaciaā€

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