E’ l’eroismo invisibile della porta accanto. La rete silenziosa e quotidiana del bene che non arretra. Il mosaico di gesti e testimonianze che avvengono ogni giorno lontano dalla ribalta mediatica. “Si vede bene solo con il cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi“, scrive Antoine de Saint-Exupéry nel “Piccolo Principe“. Per uscire dalla crisi provocata dal virus, Papa Francesco esorta a passare dall’io al noi. E oltre 6 milioni di volontari sono impegnati in prima linea per la “ripartenza di un’Italia migliore”.
Volontari in pandemia
L’emergenza Covid ha confermato quanto il terzo settore sia indispensabile alla tenuta morale, civile e materiale del sistema Paese. Uno spaccato di questa realtà è descritto nel libro “#iosiamo-storie di volontari che hanno cambiato l’Italia“. Una presenza laddove più si soffre. Prima, durante e dopo la pandemia. Con un focus in particolare sulla storia dei volontari veronesi della cooperativa “Panta Rei“. Il testo, pubblicato dalla San Paolo, è stato stato scritto da Tiziana Di Masi. Attrice di teatro sociale. E Andrea Guolo, giornalista e autore.
Testimonianze
E’ il frutto di un lavoro che si sta portando avanti dal 2017. Raccogliendo le testimonianze di volontari di tutta Italia. Ne è scaturito uno spettacolo teatrale in scena dal 2018, Rappresentato non solo nei migliori teatri d’Italia. Ma anche in contesti del più alto valore istituzionale. Tra cui il Senato della Repubblica. E in occasione dell’inaugurazione di Padova capitale europea del volontariato. Alla presenza del Capo dello Stato, Sergio Mattarella. All’evento hanno preso parte gli autori, Tiziana Di Masi e Andrea Guolo. La presidente nazionale di CSVnet, Chiara Tommasini. La presidente della cooperativa sociale “Panta Rei”, Elena Brigo.
Passaggio dall’io al noi
Le storie contenute in #iosiamo sono un esempio del passaggio dall’io al noi. Cioè del vero significato dell’azione dei volontari. Oltre 6 milioni in Italia secondo Istat. Ed è anche il nome scelto per l’opera. Con l’aggiunta dell’hashtag. Per rappresentare la condivisione. ”Ogni presentazione- affermano gli autori- è stata e sarà l’occasione per raccontare l’impegno dei volontari. Anche durante la pandemia. E per descrivere la mobilitazione di chi li ha sostenuti. Associazioni. Fondazioni. Istituzioni. Aziende. E privati. La vera ripartenza dell’Italia ci sarà soltanto se riusciremo a costruirla tutti insieme. Superando i limiti dell’io. Per abbracciare la visione del noi. Perché #iosiamo!”.
Post-pandemia inclusivo
Nel messaggio per la 107° Giornata Mondiale del Migrante, il Pontefice riprende il discorso di fondo della sua enciclica “green” Laudato Sì. E parlando della tutela della Casa Comune incoraggia “tutti gli uomini e le donne del mondo“. Affinché vengano impiegati bene “i doni che il Signore ci ha affidato”. Per “conservare e rendere ancora più bella la sua creazione“. Di qui l’appello papale ad abbattere i muri e costruire ponto. Secondo Jorge Mario Bergoglio il post-pandemia dovrà per forza generare una visione più inclusiva del mondo. Fino a ribaltare la visione che attualmente è prevalsa. Per arrivare a quella basata sul noi al posto dell’io”.