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La devozione mariana è più forte della violenza jihadista

La fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre porta nelle parrocchie italiane una statua della Madonna profanata dall’Isis in Iraq

La violenza anti-cristiana non ha l’ultima parola. La fondazione pontificia “Aiuto alla Chiesa che Soffre” (Acs) porta in Italia una statua della Beata Vergine oltraggiata e profanata dall’ISIS in Iraq. La scultura mariana proviene da Batnaya nella Piana di Ninive. E sarà offerta alla devozione dei fedeli italiani. Si tratterà di un itinerario spirituale che avrà un’anteprima domenica 13 giugno a Giussano. Nella comunità pastorale San Paolo. Poi si svilupperà nelle parrocchie italiane dal 1° settembre agli inizi dell’Avvento 2021. violenza

Risposta di pace alla violenza

Al terrore jihadista in questi anni si è contrapposta in Iraq una risposta organizzata e duratura. Coordinata dal Nineveh Reconstruction Committee. E frutto dell’impegno delle Chiese locali e delle comunità cristiane internazionali. I benefattori di Acs hanno contribuito in modo rilevante all’opera di ricostruzione. Secondo gli ultimi dati disponibili, 9.176 famiglie sono tornate a casa. Cioè oltre il 45% di quelle sfollate. Quasi il 57% delle abitazioni è stato ricostruito o ristrutturato.violenza

Memoria

“L’iniziativa consoliderà il legame fra le comunità cattoliche italiana e irachena. Fisserà nella nostra memoria questa orribile pagina storica. Affinché non ne dimentichiamo le tante lezioni. Rappresenterà un messaggio di perdono e riconciliazione“, spiega Alessandro Monteduro, direttore di Acs Italia. Durante ogni tappa di questo percorso, le testimonianze di sacerdoti iracheni. In presenza oppure in videoconferenza. Voci che offriranno la propria esperienza. Affinché i fedeli possano apprendere, direttamente dai pastori locali, i tragici eventi. Quelli, cioè, verificatisi al momento degli attacchi. Con la reazione della comunità cristiana locale e internazionale. La situazione attuale. E le prospettive future. violenza

Mutilazioni sacrileghe

“Statue mariane orrendamente mutilate. Icone di Cristo distrutte. Immagini sacre usate per il tiro al bersaglio. Tombe profanate. Chiese, santuari, monasteri, case e negozi messi a ferro e fuoco. Oltre ovviamente ai fratelli uccisi o feriti. E’ questa la scia di morte e odio lasciata dai jihadisti nella Piana di Ninive. In Iraq. La pacifica comunità cristiana locale fu brutalmente scacciata“, ricorda Monteduro. Libertà

La statua di Batnaya

Il modello di Acs è la messa celebrata lo scorso 7 marzo da Papa Francesco. Nello stadio iracheno di Erbil. Dove “è stata esposta alla devozione dei fedeli un’analoga statua della Madonna“. Le cui mani erano state mozzate dai terroristi. Con il medesimo spirito, Acs vuole che si faccia memoria. Delle sofferenze di un’intera comunità cristiana. Simboleggiate dalla profanazione della statua di Batnaya. Per consolidare la fede comune. E per l’auspicata conversione dei persecutori”, evidenzia Monteduro.

 

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