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Un viaggio nel mondo del teatro: Fabrizio Sabatucci si racconta a Interris.it

A sinistra: Fabrizio Sabatucci. Foto gentilmente concessa. A destra: foto da Pixabay

Il teatro per me è una vocazione. Ho la fortuna di insegnare in accademia e di essere a contatto con molti giovani che si avvicinano a questo mondo dell’artigianato: essere un attore”. A parlare a Interris.it è Fabrizio Sabatucci, attore di teatro, cinema televisioni, sceneggiatore e doppiatore, intervistato in occasione della Giornata del Teatro.

La biografia

Fabrizio è fondatore e attore della Compagnia teatrale Formi 4 (Teatro Cometa e De servi di Roma, Gioiello di Torino, Diana di Napoli). Al Cinema ha lavorato con registi del calibro di F. Ozpetek in “Cuore sacro”, M. Risi in “Tre Mogli”, Carlo Vanzina e Ricky Tognazzi. In Televisione numerose fiction, tra cui “Distretto di Polizia ” “Il Commissario Rex”, “La Prof 2”, “I Cesaroni”, “La grande famiglia”, “Rocco Schiavone”, “Don Matteo”, “Una pallottola nel cuore” con Gigi Proietti e Il commissario Ricciardi.

L’esperienza in Radio

In Radio ha condotto nel 2013 per Radio1 “Last Minute” e ha preso parte nel programma “Citofonare Cuccarini” in veste di co conduttore e autore insieme a Lorella Cuccarini. Inoltre ha collaborato nel programma radiofonico “610” di Lillo e Greg.

Progetti in televisione

In autunno lo vedremo in tv nella fiction “Avvocato malinconico” di L. Miniero, “Il commissario Ricciardi 3” regia di G. Tescari e “Rocco Schiavone 6” regia di S. Spada. Attualmente impegnato sul set della serie “Le regole del gioco” regia di A. Molaioli.

L’importanza del teatro in Italia

Il teatro in Italia è e rimarrà sempre importante – afferma -. Viviamo in un tempo dove sembra che le nuove tecnologie e l’intelligenza artificiale tentino sempre più di sostuirsi all’uomo: vediamo le prime ‘interferenze nel mondo del doppiaggio, con l’intelligenza artificiale si possono creare immagini, suoni… – spiega -. Nel teatro non è possibile, le persone hanno bisogno di vedere un altro essere umano sul palco che trasmetta loro un’emozione, anzi, forse ce ne sarà sempre più bisogno”.

Il teatro nelle scuole

Secondo Fabrizio, sarebbe molto importante inserire l’arte teatrale come materia nelle scuole. Potrebbe essere un modo per aiutare i giovani a scoprire loro stessi, farli emergere, insegnare loro a gestire le loro emozioni, socializzare in modo sano e costruttivo. Questo al di là dell’intenzione o meno di intraprendere una carriera professionale in questo ambito. “Il teatro può fornire ai giovani degli strumenti meravigliosi – aggiunge -. Potremmo considerarlo una sorta di ‘medicina’ o terapia”.

Essere un attore

Si è attori 24 ore al giorno e cerco di trasmettere questa passione a chi si avvicina a questo mondo. Fare questo mestiere ti fa capire chi sei veramente, la tua forma autentica – spiega Fabrizio -. I corsi ti aiutano a emergere, a mostrare la personalità. Ci sono tanti modi per farlo, tante chiavi di lettura. Con la mia compagnia, cerchiamo di portare avanti dei messaggi, partendo sempre da questa forma ‘artigiana’ che, purtroppo, si sta un po’ perdendo”. Le motivazioni sono molteplici e tra queste annoveriamo anche le poche opportunità lavorative. Come spiega Fabrizio, però, non bisogna trovare sempre un alibi perché ogni cosa è difficile, in tutti i campi della vita. “Il teatro ti dà modo di confrontarti con te stesso, specchiarti nelle tue emozioni. Il viaggio che si intraprende per costruire un personaggio è meraviglioso. Il bello del teatro sono le prove perché crei e costruisci qualcosa da consegnare al pubblico: un percorso stupendo e affascinante“.

Manuela Petrini: