“Oggi c’è in ogni nazione proprio tanta confusione per un virus con la corona che rincorre ogni persona. Lui svolazza molto in fretta, senza usare la lambretta e si posa sulle manine, chiuso in tante goccioline”. E’ questo l’incipit della “filastrocca per bambini” che spiega il coronavirus ai più piccoli divenuta virale in questi giorni. L’ha ideata una persona che di bambini nella sua vita e carriera ne ha incontrati tanti. E’ la maestra Maria Agostina Taglietti che per 42 anni ha insegnato alla scuola statale per l’infanzia “San Bernardino” a Caravaggio in provincia di Bergamo. In Terris l’ha intervistata per conoscere meglio questo “fenomeno social” che scrive ancora con carta e penna in corsivo ma sa usare Whatsapp e Skype come una teenager e ha un proprio profilo Facebook dove pubblica pensieri, foto di lavoretti e ovviamente….filastrocche. Perché i bambini, ancora oggi che è in pensione, restano il suo grande amore.
Maestra Agostina, perché ha pensato a una filastrocca per bambini sul coronavirus?
“In questi giorni di confusione, mentre guardavo la televisione, ho pensato ai bambini che, con la chiusura delle scuole, e con le restrizioni imposte sono stati costretti a chiudersi in casa. Avendo insegnato per 42 anni in una scuola dell’infanzia statale della mia città, ho fatto della mia professione anche una vera e propria passione. Ogni attività che ho proposto ai miei cari bambini è sempre stata accompagnata da filastrocche e cartelloni colorati poiché, come diceva la mia mamma, “l’oc al vol la sò part”, l’occhio vuole la sua parte. Sono in pensione da tre anni e mezzo ma i bambini mi sono rimasti nel cuore. Loro sono il sale della vita, limpidi e trasparenti come l’acqua. Ho pensato allora di scrivere una semplice filastrocca sul coronavirus per aiutare a far capire loro ciò che sta accadendo, in una chiave un po’ meno negativa. Dato che anch’io sono chiusa in casa [a Caravaggio, in provincia di Bergamo ndr] mi sto impiegando a scriverne una al giorno, che raccoglierò in un semplice libretto alla fine della quarantena. Sarà realizzato tutto a mano come queste filastrocche, scritte appositamente in corsivo con la mia grafia, perché sono personalizzate e magari un po’ ‘antiche’, come me!”.
Da quello che vede Lei, come stanno vivendo i bambini piccoli e grandi questa emergenza?
“I piccoli leggono le emozioni e gli eventi, le paure o le incertezze attraverso i comportamenti dei loro genitori che dovrebbero quindi, a mio parere, adottare comportamenti rassicuranti e positivi per evitare loro ansie e preoccupazioni sopra le loro possibilità di comprensione”.
Lei come sta vivendo questa epidemia?
“Tutti noi siamo preoccupati, tutti noi abbiamo paura. Paura di soffrire o…peggio…di morire. Ma la vita e la morte fanno parte dell’esistenza. Tante sono le preoccupazioni, tante le paure, ma per una come me che 20 anni fa è stata colpita dal tumore alla mammella, con conseguente asportazione, la paura è di casa. Per questo cerco sempre di pensare positivo, poiché la vita è unica e preziosa. Cerchiamo, almeno noi adulti, in noi stessi la forza di reagire adottando dei comportamenti consoni al vivere comune e al rispetto degli altri. Supereremo anche questo momento con la forza del cuore!”.
Cosa si augura per il futuro?
“Nel mio cuore spero tanto che questa ‘catastrofe’ chiamata coronavirus – o covid-19 – porti anche qualche cosa di buono. Per esempio, che l’umanità si fermi a riflettere che non sono i beni materiali a dare la felicità, ma la riscoperta di quei valori che ci avevano trasmesso i nostri genitori o nonni. Coloro che sono sopravvissuti ad esperienze drammatiche quali guerre, epidemie e terremoti vivendo comunque nella speranza di un futuro migliore.
A chi si sente particolarmente vicina e grata in questi giorni di emergenza?
Vorrei ringraziare tutti i sanitari e i comuni cittadini impegnati in questa emergenza. In particolare, le mie figlie, Viviana e Gemma, impegnate in ambienti lavorativi in prima linea di fronte al virus: la prima in un cento commerciale, la seconda come medico in un ospedale di Milano. Ringrazio poi mio marito che mi ha sempre spronata a sviluppare le mie passioni e che mi ama incondizionatamente. infine, i miei bambini (ed ex bambini), i loro genitori, gli amici, i colleghi e la cara nonna Giulia, che ha 96 anni e che vediamo solo tramite Skype ma che ci manca tanto”.
Vista la sua decennale esperienza, cosa consiglia ai genitori per affrontare meglio questo momento difficile?
“Ai genitori vorrei consigliare questo: Giocate con i vostri bambini. Ascoltate ciò che hanno da dire. Se qualche volta serve un ‘No’, si deve spiegare loro le motivazioni che vi hanno spinti a fare questa scelta. Ma soprattutto Amateli incondizionatamente, non riempendoli di giochi o regali, ma di coccole e meritate approvazioni”.