“La famiglia è viva”. Uno slogan, in determinati contesti. Un grido in altri. Un messaggio di amore e di bellezza, invece, nello spazio di uno specifico avvenimento. Perché, se è vero che pellegrino è chi si mette in cammino per offrire le sue fatiche come devozione, il piccolo tratto che separa Scafati e Pompei, a cavallo tra le province di Salerno e Napoli, rappresenta un’eccezione. Nemmeno due chilometri che, tuttavia, da diciassette anni sentono risuonare il passo dei pellegrini, pronti a percorrerli a piedi pur di rendere omaggio alla Beata Vergine del Santo Rosario, nel piazzale antistante il Santuario di Pompei. Un cammino di gioia, di preghiera, di unità e fratellanza. Ma, soprattutto, un cammino condiviso tra genitori e figli, nonni e nipoti. Da quelle famiglie che, unite, si tengono per mano per testimoniare la bellezza di esserci, nell’amore e nella speranza del domani. Diciassette anni, tanti quante le edizioni del Pellegrinaggio delle Famiglie per la famiglia, organizzato dal Rinnovamento nello Spirito Santo, svolto quest’anno il 14 settembre.
Pellegrini di speranza
Un cammino che è innanzitutto preghiera. Ma, più di tutto, “un momento di comunione e di festa”. Un modo per ricordare la bellezza dell’essere famiglia, della condivisione partecipata, del filo che lega il Rosario alla vita di ogni giorno. Celebrare i misteri, del resto, significa essere parte della vita cristiana, della quale la famiglia costituisce una pietra d’angolo. E se il mutare dei tempi sembra relegare il ruolo dei nuclei familiari a un ruolo apparentemente più marginale nell’edificazione della società, il mettersi in cammino rappresenta la migliore dichiarazione d’intenti possibile per ribadire che, al contrario, la famiglia è viva. E che l’amore che la anima non è diverso da quello che l’ha sempre contraddistinta, oggi come ieri. Per questo, un tratto di strada così breve diventa una via del cuore, rinnovato da speranze nuove.
La famiglia unita
Il cammino dei pellegrini, accompagnato quest’anno dal tema tratto dal versetto evangelico “Qualsiasi cosa vi dica, fatela…” (cf Gv 2, 5b), è stato scandito come sempre dalla recita del Rosario della Famiglia. Un momento di preghiera intensa che nasce ben prima di metter piede sulla strada che collega Scafati e Pompei: “È, in qualche modo, come tornare dalla propria mamma – racconta a Interris.it Gerardo, partecipante ‘storico’ del Pellegrinaggio delle Famiglie -, perché alla Beata Vergine si vuole bene come a nostra madre. L’emozione è grande, perché la mamma è tutto. Al papà spetta il compito di tenere unita la famiglia, la mamma dona un amore diverso. Io ho partecipato a molti pellegrinaggi e ognuno mi ha regalato emozioni intense. In Terra Santa, ad esempio, baciare quella terra intrisa del sangue del Figlio di Dio dona qualcosa che le parole non possono rendere con pienezza. E lo stesso vale nel vedere migliaia di persone che, nella gioia, si radunano di fronte alla porta centrale della basilica di Pompei”.
L’arma che vince il male
Chi viene da Roma, chi dal Nord Italia, chi dal Sud… Il braccetto stradale tra Scafati e Pompei diventa, per qualche ora, realmente il centro del mondo-famiglia. “C’è chi addirittura trascorre la notte nel piazzale del Santuario, persino chi dorme in basilica… Il momento più emozionante, però, è quando il quadro con l’icona della Vergine viene innalzato e poi coperto: in quel momento c’è l’intonazione di un canto mariano e uno sventolio di fazzoletti bianchi, utili anche per asciugare le lacrime di gioia e commozione. È come se, in quel momento, la Madonna ci dicesse che, alla fine, la speranza trionferà. Vediamo tanto male nel mondo ma c’è la dolce catena del Rosario che ci riannoda a Dio. A dodici anni ebbi l’occasione di incontrare Padre Pio, ho baciato la sua mano e ricordo una frase che mi disse: ‘Il Rosario è l’arma che vince il demonio. E di quest’arma lui ha paura’”. Ed è la famiglia a farsi portabandiera del futuro di speranza. Nello spazio di un breve pellegrinaggio ma, soprattutto, nelle sfide quotidiane, di oggi e di domani.