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La solidarietà diventa “global” contro il gelo e la fame. Campagna Unhcr in Ucraina

Per piegare la resistenza ucraina le forze russe colpiscono infrastrutture energetiche costringendo milioni di persone all’oscurità e al freddo. Alcune organizzazione benefiche si sono mobilitate ma in questo inverno a soffrire il freddo saranno soprattutto i civili

Quest’anno sarà l’inverno più difficile per milioni di rifugiati tra Ucraina, Afghanistan e Siria. Per piegare la resistenza ucraina le forze russe colpiscono infrastrutture energetiche. Costringendo milioni di persone all’oscurità e al freddo. Alcune organizzazione benefiche si sono mobilitate. Ad esempio l’associazione “Riscalda un soldato” fornirà gratuitamente stufe portatili da trincea o tenda. Ma in questo inverno a soffrire il freddo saranno soprattutto i civili.

Ucraina
Donetsk 05/06/2022 – guerra in Ucraina / foto Imago/Image nella foto: bombardamenti ONLY ITALY

Ucraina al freddo

Per milioni di persone, quest’inverno, esiste il rischio concreto di dover scegliere se mangiare o riscaldarsi. Sono rifugiati e sfollati costretti a fuggire da conflitti e persecuzioni. E a lasciare tutti i loro beni e le reti di sostegno. Durante questi mesi freddi dell’anno rischiano di trovarsi dinanzi alla drammatica impossibilità di scaldare i loro alloggi di emergenza. Di procurarsi vestiti e coperte per ripararsi dal gelo. Di preparare pasti caldi. Una delle situazioni più drammatiche è proprio in Ucraina. “Dall’inizio del conflitto, quasi un terzo delle persone è stato costretto a lasciare le proprie case- sottolineano gli operatori umanitari di Unhcr-. Oltre 7,8 milioni di persone sono state registrate come rifugiati in tutta Europa. Mentre altri 6,5 milioni sono sfollati all’interno dei confini nazionali. All’interno del Paese, la situazione continua a deteriorarsi. Milioni di persone vivono in case danneggiate. O in edifici inadatti a proteggerli dal freddo. Con interruzioni di energia, di riscaldamento e di approvvigionamento idrico. Attraverso la campagna “L’inverno più difficile”, l’Unhcr lancia una raccolta fondi. Per aiutare le famiglie di sfollati e rifugiati e rispondere tempestivamente ai bisogni più urgenti. Una mobilitazione solidale nei mesi più freddi dell’anno.

Ucraina
Palanca 14/03/2022 – guerra in Ucraina / foto Imago/Image nella foto: profughi ONLY ITALY

 Gelo e insicurezza alimentale

“Per le persone in fuga da violenze e persecuzioni, questo è davvero l’inverno più duro di sempre– riferisce l’agenzia Onu per i rifugiati- Il gelo e le temperature estreme si abbattono su anziani, bambini, donne e uomini in fuga. Persone già provate da gravissime crisi globali. Alle perduranti conseguenze della pandemia da Covid-19 si sommano gli effetti del conflitto in Ucraina”. In particolare l’aumento esorbitante del costo di prodotti essenziali. Come cibo, carburante ed energia. “Questi rincari costringeranno tante famiglie di rifugiati e sfollati a una lotta per la sopravvivenza– puntualizzano gli operatori dell’Unhcr-. L’urgenza è coprire i costi di acqua e pasti caldi, vestiti invernali, riscaldamento e medicinali”. Già il 2021 era stato un anno molto pesante. A causa della crisi economica. E dei problemi di approvvigionamento alimentare dovuti alla pandemia. Lo scorso anno quasi 193 milioni di persone erano in condizioni di insicurezza alimentare acuta. Con un aumento di quasi 40 milioni rispetto al 2020.  La guerra in Ucraina ha spezzato la catena alimentare “global”. Kiev, infatti,  è uno dei maggiori fornitori di cereali al mondo.

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Mariupol 16/03/2022 – guerra in Ucraina / foto Imago/Image nella foto: militari ONLY ITALY

Insicurezza alimentare

L’invasione russa dell’Ucraina ha fatto impennare il costo di alimenti di base come il grano e l’olio vegetale. Il World Food Programme (WFP) ha ipotizzato uno scenario. Quello secondo il quale il conflitto continuerà ad avere un impatto sulla produzione di grano e mais. In questo caso nel 2023 altri 47 milioni di persone saranno spinte verso l’insicurezza alimentare acuta. L’emergenza-inverno riguarda anche altri Paesi nel mondo. Dopo oltre 40 anni di conflitto, l’Afghanistan rimane una delle situazioni umanitarie più complesse al mondo. Con 3,5 milioni di afghani sfollati a causa dei conflitti. E circa 1,5 milioni per fenomeni climatici estremi. In alcune zone del paese le temperature invernali possono facilmente scendere a -25 gradi. Lasciando migliaia di famiglie esposte alle intemperie. L’inverno si abbatte su un Paese già provato da 40 anni di conflitto. Da una forte crisi economica. E dal terremoto che lo scorso giugno. Il sisma, nel sud-est delle province di Paktika e Khost, ha significato perdite devastanti per migliaia di persone.

Vulnerabili in pericolo

Non è migliore in Siria. i rifugiati e gli sfollati dovranno affrontare di nuovo il freddo estremo e tempeste di neve. Questo sarà il dodicesimo inverno consecutivo in fuga per molti di loro. Ci sono oltre 10 milioni di rifugiati siriani e iracheni e di sfollati interni in Siria, Libano, Giordania, Iraq ed Egitto. L’Unhcr stima che 3,4 milioni di loro si trovano in uno stato di bisogno estremo. “Stiamo vivendo una fase drammatica. I conflitti e le violenze si sovrappongono ad altre crisi di natura economica, geopolitica e climatica – afferma  Laura Iucci, Direttrice della Raccolta Fondi Unhcr Italia.  E purtroppo, mentre crescono esponenzialmente i bisogni umanitari, le risorse disponibili si riducono rapidamente. Negli ultimi mesi siamo stati costretti a ridimensionare numerosi programmi essenziali per far fronte al gap di finanziamenti. A farne le spese sono i rifugiati e gli sfollati più vulnerabili. Questo inverno moltissime famiglie sono a rischio di non farcela.  Rivolgo un appello a tutti i donatori affinché ci aiutino a salvare vite umane. Basta anche un piccolo gesto per fare la differenza”.Ucraina

Tre pilastri

Per Unhcr la risposta umanitaria alle criticità determinate dall’inverno sarà la principale priorità per i prossimi mesi. L’intervento si concentra principalmente in Ucraina e nei Paesi limitrofi (Bulgaria, Ungheria, Moldavia, Polonia, Romania e Slovacchia). In Afghanistan, Siria e Iraq. E nei paesi di accoglienza nell’area (Libano, Giordania e Egitto). I pilastri dell’operazione invernale in tutti questi Paesi sono tre. La riparazione di case danneggiate e l’isolamento termico degli alloggi di emergenza. La fornitura di beni essenziali per la sopravvivenza. Tra i quali coperte termiche, stufe, abiti invernali. L’assistenza economica diretta che consente alle famiglie vulnerabili di far fronte alle spese principali. Ossia l’affitto, il riscaldamento e il cibo.

 

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