I risparmi degli italiani, cresciuti nel periodo pandemico, rischiano di essere erosi dal ritorno dell’inflazione e dall’incremento delle bollette, soprattutto per ciò che concerne i consumi energetici. “Gli italiani sono conosciuti nel mondo per essere un popolo di risparmiatori, che gestiscono il proprio denaro in modo da avere sempre una riserva per fare fronte a esigenze inaspettate o per un obiettivo futuro”, spiega a Interris Rosario Trefiletti, presidente del Centro consumatori Italia, “però, l’attuale situazione, tra aumenti e inflazione, sta corrodendo i risparmi e colpendo il corpo sociale del nostro Paese. Anche quelli delle fasce sociali con un medio e un buon reddito, dato che anche le professioni di questa fascia sono state severamente interessate dall’impatto della pandemia. Così si cerca di fare fronte a questo ‘combinato’ disposto ‘rosicchiando’ qualcosa dai conti bancari, riducendo così i risparmi messi da parte – anche se dobbiamo pure osservare che il totale delle risorse presenti nei conti bancari degli italiani è aumentato in misura notevole, perché le famiglie stanno spendendo poco o nulla per via dell’incertezza dovute alla pandemia”.
I numeri
A quanto ammontano i risparmi degli italiani? Secondo i dati forniti da Lando Maria Sileoni, segretario generale della Federazione autonoma bancari italiani (Fabi), le famiglie hanno depositato sui propri conti correnti in totale circa 1.143 miliardi di euro. Tenuto conto che lo scorso ottobre il tasso di inflazione registrato nel nostro Paese era al 3,1% – mentre nell’Eurozona al 4,1%, in Germania al 4,6% e negli Stati Uniti al 6,2% – ove questo perdurasse per tutto il 2022, si determinerebbe una riduzione di quell’ammontare di circa 35 miliardi. Infatti, secondo l’affermazione del premio Nobel Milton Friedman “l’inflazione è una forma di tassazione che può essere imposta senza bisogno di una legge”. Ciò si spiega per il fatto che a fine anno il potere di acquisto delle famiglie si riduce di un’entità pari a quanto eroso dall’inflazione.
L’aumento dei prezzi
“Come sale l’inflazione, così aumentano i costi dell’energia e di altri beni”, illustra il presidente Trefiletti. “In questo modo si genera una riduzione del potere d’acquisto delle famiglie. Secondo gli ultimi dati, infatti l’aumento di spesa per gli italiani è stimato 1.700 euro”. Infatti si sono registrati incrementi in molti ambiti, dai carburanti all’energia fino al settore agroalimentare, che tocca i consumi tipici degli italiani, come pane e pasta, che si aggirano intorno a 102 chili il primo e 65 chili il secondo. Questi sono infatti gli alimenti più consumati dalle famiglie meno abbienti. L’aumento del costo della pasta potrebbe raggiungere il 40%. Fattore determinante per tutta questa pioggia di aumenti è la scarsità delle principali materie prime, a livello internazionale. Questa infatti è causa di un incremento dei costi di produzione generali e quindi dei prezzi praticati ai consumatori. Un altro fattore scatenante è la forte ripresa economica di alcune aree del mondo, soprattutto quella asiatica. Di conseguenza, si assiste a una scarsa disponibilità – e poi a un aumento dei prezzi – di alcune componenti come i semiconduttori per altre aree produttive, ad esempio l’automotive in Europa – con particolare riferimento ai nuovi di veicoli ibridi ed elettrici.
La risposta del governo al caro energia
L’anno appena iniziato si apre con una stangata sulle bollette dell’energia, con aumento che nel primo trimestre potranno raggiungere +55% per l’elettricità 41,8% per il gas, con evidenti ripercussioni sulle tasche degli italiani e sui settori produttivi. Nell’ultima legge di bilancio, l’esecutivo guidato da Mario Draghi ha stanziato 3,8 miliardi per “tamponare” il caro energia. La situazione rimane comunque critica, tanto che agli sgoccioli del 2021 il titolare del dicastero dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti ha dichiarato: “La manovra interviene con un pacchetto di misure fortemente voluto per contrastare il rincaro delle bollette. Si tratta di misure che verranno ulteriormente rafforzate dal governo che considera prioritario sostenere, in un momento molto delicato, le famiglie e le realtà industriali”.