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Trefiletti: “Aumenti del 55% tolgono il cibo di bocca a famiglie impoverite”

Dati alla mano il presidente del Centro Consumatori, Rosario Trefiletti documenta a Interris.it l'escalation dei prezzi nella filiera alimentare: "Speculazioni vergognose a danno degli italiani"

“Quello che sta accadendo sui prezzi alimentari è semplicemente vergognoso, stiamo denunciando scandalose speculazioni a tutte le procure italiane – afferma a Interris.it Rosario Trefiletti, presidente del Centro Consumatori Italia-. A Milano sono in corso accertamenti della Guardia di Finanza disposti dall’autorità giudiziaria proprio per smascherare gli speculatori che tolgono letteralmente il cibo di bocca alle decine di migliaia di famiglie impoverite dall’emergenza sanitaria che non riescono ad arrivare alla fine del mese. Non si può consentire questo scempio a danno dei deboli”.

Manovre speculative

In particolare, sottolinea Trefiletti, “in alcuni comparti della filiera alimentare, come il settore agro-alimentare, abbiamo rilevato, durante il lockdown, inaccettabili aumenti del prezzo degli alimenti (fino al 50%)“. Ciò ha indotto il Centro Consumatori Italia a “denunciare le manovre speculative e a documentare alla magistratura l’escalation di rincari del cibo. La società ha il dovere di far sentire la propria protesta per senso di giustizia. Dobbiamo impedire che simili iniquità gravino su un tessuto sociale già duramente provato dall’emergenza sanitaria scatenata dal Covid-19”.

Cosa avete scoperto monitorando l’andamento dei prezzi alimentari in Italia?
“Sono in atto, in piena pandemia, fortissime speculazioni che danneggiano le famiglie che faticano a mettere a tavola il cibo per i loro figli. E’ evidente che qualcuno fa il furbo sulla pelle degli italiani che non riescono ad arrivare alla fine del mese”

Quali sono le cause dei rincari?
“Esistono condizionamenti oggettivi dovuti alla difficoltà di trovare manodopera nel settore agroalimentare e ciò rende difficile e costosa la raccolta nei campi della frutta e della verdura. Poi, procedendo lungo la filiera della commercializzazione del cibo, ci sono problemi per i trasporti della merce dovuti al lockdown. Tutto ciò ha condizionato sicuramente i prezzi al dettaglio ma senza palesi e colossali azioni speculative non si sarebbe arrivati nei banchi dei supermercati e dei negozi di generi alimentari ad aumenti che raggiungono il 55%”.

Come intendete muovervi a difesa dei consumatori?
“Stiamo denunciando il boom dei prezzi alla procure e a Milano la magistratura ha incaricato la Guardia di Finanza di indagare soprattutto in due settori: l’agro-alimentare e i prodotti per la sanificazione degli ambienti”.

Non c’è solo il caro-mascherine, quindi?
“Sono aumentati in maniera esorbitante anche i prezzi dei prodotti necessari a sanificare e mettere in sicurezza persone e luoghi: dall’alcol alle salviette igienizzanti. Tutta merce il cui costo per le famiglie è diventato proibitivo proprio quando è diventati indispensabile per contrastare il dilagare del contagio”.

Cosa la colpisce di più in questa situazione?
“I dati sono inequivocabili e gridano vendetta. Abbiamo fatto ricerche scrupolose e ad aumentare di più sono gli alimenti maggiormente in uso nelle famiglie italiane come, per esempio, i pomodori. Incrementi sproporzionati fino al 55% che riguardano soprattutto le grandi città e che poi sull’intero territorio nazionale scendono un po’ abbassando leggermente la media dei rincari. Ma comunque le cifre parlano chiaro e fanno impressione. Per fare alcuni esempi: melanzane + 55%, peperoni + 55%, pere + 50%, arance + 40%, insalata + 40%”.

In che modo è stata condotta le rilevazione?
“La rilevazione è stata fatta in sei città suddivise tra nord, centro e sud. La media è calcolata su supermercati, mercati rionali, negozi di prossimità. Il nostro Osservatorio Prezzi ha monitorato le variazioni di prezzo rispetto al mese precedente (marzo 2020) prendendo in considerazione i principali prodotti ortofrutticoli. Ed è indiscutibile che si registrano importanti aumenti che penalizzano i consumatori e in particolare le famiglie”.

I produttori ribattono che in pandemia i loro costi sono schizzati alle stelle..
“Non trascuriamo le cause che possono essere molteplici: dalla chiusura del segmento del consumo extra familiare (ristoranti, alberghi, tavole calde) alla mancanza di manodopera per il raccolto, alla stessa problematica relativa ai costi di trasporto nonché la sempre e purtroppo presente volontà speculativa all’interno della filiera alimentare. Certamente tutto ciò non ci piace per nulla, visto anche la situazione emergenziale non solo sanitaria delle famiglie. Si tratta perciò di implementare verifiche e controlli per snidare speculazioni e comminare sanzioni. Sono compiti che devolviamo alla Guardia di Finanza ed alle varie istituzioni preposte”.

 

 

 

 

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