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I tre pilastri necessari per uscire dalla pandemia. L’intervista alla dott.sa Maria Luisa Conza

Maria Luisa Conza, biologa, nutrizionista, ricercatrice scientifica, interviene nel dibattito: vaccino, rispetto delle regole e fiducia nella scienza per uscire dalla pandemia

La nuova variante Omicron del virus Covid-19 si sta sempre di più diffondendo nel Vecchio Continente. E colpisce soprattutto la fascia sociale più delicata e più significativa della popolazione europea, quella dei bambini. “A prescindere da considerazioni di ordine sanitario, i nostri piccoli rappresentano la categoria maggiormente colpita da questa gravissima calamità che sta ferendo l’intera umanità” sostiene la dottoressa Maria Luisa Conza, biologa, nutrizionista, ricercatrice scientifica, specializzata nello studio del rapporto tra alimentazione e cancro e tra alimentazione e patologie in generale.

“Nella fattispecie, molti bambini hanno già perso due anni di convivialità, di frequenza scolastica, di giochi all’insegna della gioia e della spensieratezza, connotati tipici della loro età. Faccio tali affermazioni con cognizione di causa, perché vivo queste problematiche oltre che sul piano professionale anche nel privato, essendo madre di due bambini rispettivamente di due e cinque anni, recentemente ammalatisi di Covid. In particolare, a distanza di venti giorni dalla loro guarigione, sto combattendo ancora con i postumi della malattia di mia figlia. Inoltre, sempre più spesso mi ritrovo a confrontarmi con esperti di neuropsicomotricità infantile che mi confermano che molti bambini soffrono di disturbi riconducibili a un isolamento sociale forzato che indubbiamente peggiora il loro stato”.

È vero che l’isolamento e la negazione di ogni forma di convivialità dei bambini spesso li spinge a trovare rifugio consolatorio nel cibo?

“Purtroppo è così. Oltre al lungo periodo di vacanze natalizie, con i relativi eccessi alimentari, anche la mancanza di attività sportive e attività extrascolastiche ha indotto i bimbi a condurre un tipo di vita più noioso e più sedentario inducendoli a consumare più dolciumi e aumentando di conseguenza il loro peso corporeo”.

Il sovrappeso infantile è una condizione altamente pericolosa?

“L’eccesso di zuccheri dei bambini aumenta le infiammazioni silenti e in maniera indiretta, mette a repentaglio il loro sistema immunitario che in questo momento dovrebbe essere mantenuto al massimo delle performance per combattere questo terribile mostro denominato Covid-19” .

Quali prodotti consiglierebbe per combattere il Covid?

“Per quanto mi riguarda, mi sono sentita di consigliare Antur Immuno 1 a tutti coloro che, pazienti e amici, mi hanno chiesto di indicare un integratore immunostimolante che li aiutasse in questa estenuante battaglia. I miei figli lo hanno assunto a partire da settembre 2021 e la risposta a questo prodotto da parte del loro organismo è stata  positiva: sono stati affetti dal Covid  per circa dieci giorni in maniera asintomatica e senza complicazioni”.

Quali rimedi suggerirebbe per proteggere i bambini dal “Mostro Invisibile”?

“Non sono assolutamente d’accordo per l’isolamento sociale, ma ritengo sia opportuno  restituire ai bambini la  loro socialità. Auspico una convivenza intelligente con questo virus, garantendo loro una condizione  di salute ottimale per poter prevenire e combattere questa infezione. Strumenti fondamentali sono e restano alimentazione sana e rispetto delle regole basilari  di sicurezza anti-Covid quali mascherine FFP2 e distanziamento”.

Da ricercatrice scientifica, qual è la sua opinione sul vaccino anti-Covid per l’infanzia?

“La questione dei vaccini è da qualche mese il fulcro di dibattiti molto accesi che dividono mamme e scienziati.  La mia opinione personale, in qualità di ricercatrice scientifica e di biologa esperta in nutrizione, ma soprattutto di mamma vigile e amorosa, è quella di vaccinare il prima possibile tutti i bambini e di abbassare l’età della somministrazione. Questo perché, a mio avviso, sono proprio i più piccoli a essere, come gli anziani, i pazienti più vulnerabili e spesso inconsapevolmente rappresentano anche  un veicolo di diffusione in forma asintomatica dell’infezione da Covid-19”.

Pubblicato sul settimanale Visto numero 7

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