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Una “maratona trapiantologica” per salvare la vita ai bambini

All'ospedale Bambino Gesù trapiantati 4 fegati e 2 reni per 5 bambini e ragazzi in lista d’attesa. Un impegno ininterrotto, tra prelievi e trapianti, per un’équipe di oltre 50 persone

Donare gli organi è un gesto di grande generosità che salva la vita a centinaia di persone ogni anno. Adulti, adolescenti ma anche bambini in attesa, a volte per molti mesi, di un rene o di un fegato che possa loro salvare la vita. Al loro fianco, familiari, medici ed operatori sanitari che supportano la difficile attesa e tutte le cure necessarie per la loro salute.

Polo di eccellenza

In questo senso, l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma (Opbg) si conferma polo di eccellenza per il trapianto di organi nei giovani pazienti. Solo tra il 19 e il 24 agosto, infatti, sono stati effettuati presso la struttura ben 6 trapianti di organi, 4 fegati e 2 reni in 5 pazienti in lista di attesa da tempo. Gli organi provenivano tutti da donatori deceduti.

Gli interventi hanno richiesto la partecipazione, complessivamente, di oltre 50 medici, infermieri, operatori e tecnici sanitari. Per la riuscita della lunga serie di trapianti consecutivi è stato essenziale l’utilizzo dei nuovi sistemi di perfusione extracorporea degli organi.

La macchina di perfusione

La macchina di perfusione extracorporea per gli organi destinati a trapianto rappresenta una tecnologia emergente degli ultimi anni. Viene frequentemente utilizzata nel trapianto di organi interi (fegato, rene, polmoni e cuore) in pazienti adulti. Consente di conservare in maniera più efficace gli organi rispetto alla modalità classica precedentemente utilizzata.

Nello specifico, invece di immergere l’organo nella soluzione di conservazione e ghiaccio, viene collegato alla macchina che fa circolare al suo interno la soluzione di conservazione fredda a cui viene aggiunto l’ossigeno o sangue ossigenato.

Questa tecnica consente di prolungare i tempi di ischemia, cioè l’intervallo durante il quale l’organo rimane al di fuori dell’organismo. Permette inoltre di migliorare la conservazione dell’organo riducendo il danno cellulare e di valutarne durante la perfusione la capacità di funzionare una volta trapiantato.

Le operazioni

I sei trapianti al Bambino Gesù si sono svolti in due tranches. La prima tra mercoledì 19 e sabato 22 agosto. Tre fegati, prelevati da 3 diversi donatori, sono stati trapiantati in una bimba di 11 mesi affetta da atresia delle vie biliari in lista d’attesa da 40 giorni; in un bambino di 9 anni affetto da tumore epatico in attesa da 8 giorni e in un piccolo di 5 anni affetto da atresia delle vie biliari in lista da 46 giorni.

In questi 3 giorni, tra le operazioni di prelievo degli organi in varie città italiane e gli interventi in sala operatoria, l’équipe del Bambino Gesù è stata impegnata per oltre 60 ore.

Durante la seconda tranche, avvenuta domenica 23 e lunedì 24 agosto, sono stati effettuati gli ultimi 3 trapianti della serie. Gli organi (il fegato e 2 reni) prelevati da uno stesso donatore nella notte di domenica, hanno interrotto l’attesa di due giovani pazienti: un ragazzo di 21 anni, affetto da acidemia metil-malonica (una grave malattia metabolica) in lista da 10 mesi ha ricevuto il fegato e un rene con un trapianto combinato.

L’altro rene è stato trapiantato in un dodicenne affetto da una malformazione delle vie urinarie in lista da 11 mesi. In quest’ultimo caso il rene è stato trapiantato dopo 19 ore di perfusione extracorporea con l’apposita apparecchiatura che ne consente una migliore e più lunga conservazione. Prelievo, perfusione e trapianti hanno richiesto 35 ore di lavoro consecutivo.

Le operazioni sono tutte perfettamente riuscite e i cinque i pazienti – fanno sapere dal Bambino Gesù – sono ora in buone condizioni.

Il dott. Marco Spada, Ospedale Pediatrico Bambino Gesù

Il commento

“La riuscita di questa maratona trapiantologica – ha commentato Marco Spada, responsabile di Chirurgia epatobiliopancreatica e del Trapianto di fegato e rene – è il risultato dell’impegno congiunto di tante componenti del nostro servizio sanitario: la rete Regionale e Nazionale dei Trapianti, i Centri regionali dove sono stati effettuati i prelievi, le équipe chirurgiche degli ospedali dei donatori e il personale del Bambino Gesù, medici, infermieri, ausiliari, tecnici, autisti”.

“Uno sforzo costante – ha aggiunto il luminare – che ci consente di curare sempre più bambini con insufficienza terminale d’organo, garantendo tempi di attesa per il trapianto molto brevi e risultati di assoluta eccellenza”. Salvando così loro la vita. Un dono prezioso, come lo sono gli organi delle persone decedute.

Come donare

Ognuno di noi può salvare delle vite, esprimendo il proprio “sì” alla donazione. La donazione, nelle sue molteplici forme, è espressione di reciprocità e solidarietà. Nel nostro Paese, i principi della gratuità, libertà, consapevolezza, volontarietà e anonimato sono trasversali a tutte le tipologie di donazione e sono posti a tutela del donatore e del ricevente.

Ognuno di noi può così fare la differenza per tanti pazienti, piccoli e grani. I cittadini che richiedono il rilascio o il rinnovo della carta di identità presso gli Ufficio Anagrafe dei Comuni che hanno attivato il progetto “Una scelta in Comune“, ad esempio, possono esprimersi in merito alla donazione di organi.

Le dichiarazioni registrate al Comune confluiscono nel Sistema Informativo Trapianti che raccoglie e conserva tutte le dichiarazioni di volontà sulla donazione di organi e tessuti espresse dai cittadini residenti in Italia, incluse quelle registrate presso le ASL e attraverso le dichiarazioni all’Associazione  Italiana Donazione Organi (AIDO).

Qui l’intervista alla dottoressa Mariella Enoc, dal 2015 Presidente della consiglio d’amministrazione dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma: “Ecco come il Papa e i piccoli malati mi hanno cambiato la vita“.

L’incontro della dottoressa Enoc con Papa Francesco

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