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Forum sulle disuguaglianze: “Sì alla transizione ecologica equa”

In dialogo per costruire la giustizia sociale e ambientale: confronto tra il cardinale Matteo Zuppi e Fabrizio Barca moderati da Vanessa Pallucchi

La transizione ecologica come opportunità per costruire la giustizia sociale e ambientale. Ad approfondire la sfida “green” è stato il convegno promosso a Bologna dal Forum Disuguaglianze nella Sala Farnese di Palazzo D’Accursio.  “La transizione ecologica è possibile se sarà giusta e se saprà ascoltare i bisogni delle persone, a partire dalle più vulnerabili– spiegano i promotori dell’iniziativa-. Ci sono esperienze che già suggeriscono la direzione di marcia, che l’Europa non deve tradire”. Ne hanno parlato il cardinale Matteo Zuppi (arcivescovo di Bologna e presidente della Cei) e Fabrizio Barca (co-coordinatore del Forum Disuguaglianze e Diversità). Moderati da Vanessa Pallucchi (Forum del Terzo Settore). A partire dal confronto con quattro esperienze già attive sul campo. L’incontro è stato aperto dai saluti istituzionali del sindaco di Bologna, Matteo Lepore. Un’iniziativa di Forum Disuguaglianze e Diversità, Caritas Italiana e Ufficio Nazionale per i problemi sociali e il lavoro (Conferenza Episcopale Italiana). Come papa Francesco aveva avvertito, per accelerare la transizione ecologica servono meccanismi “che siano efficienti, che siano obbligatori e che possano essere facilmente monitorati” (esortazione apostolicaLaudate Deum“, paragrafo 59). Uno di questi meccanismi è il Trattato di Non-Proliferazione dei combustibili fossili (Ffnpt).

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Foto © VaticanMedia

Crisi ecologica

Il Pontefice ritiene essenziale insistere sul fatto che “cercare solamente un rimedio tecnico per ogni problema ambientale che si presenta, significa isolare cose che nella realtà sono connesse. E nascondere i veri e più profondi problemi del sistema mondiale”. Gli sforzi di adattamento sono necessari di fronte a mali irreversibili a breve termine. Anche alcuni interventi e progressi tecnologici per assorbire o catturare i gas emessi sono positivi. “Ma corriamo il rischio di rimanere bloccati nella logica di rattoppare, rammendare, legare col filo. Mentre sotto sotto va avanti un processo di deterioramento che continuiamo ad alimentare – avverte Jorge Mario Bergoglio-. Supporre che ogni problema futuro possa essere risolto con nuovi interventi tecnici è un pragmatismo fatale, destinato a provocare un effetto-valanga”. Perciò “poniamo finalmente termine all’irresponsabile presa in giro che presenta la questione come solo ambientale, ‘verde’, romantica, spesso ridicolizzata per interessi economici”. E “ammettiamo finalmente che si tratta di un problema umano e sociale in senso ampio e a vari livelli“. Il Papa quindi richiede un coinvolgimento di tutti. “Attirano spesso l’attenzione, in occasione delle Conferenze sul clima, le azioni di gruppi detti ‘radicalizzati’- aggiunge-. In realtà, essi occupano un vuoto della società nel suo complesso, che dovrebbe esercitare una sana pressione. Perché spetta ad ogni famiglia pensare che è in gioco il futuro dei propri figli”.

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Il cardinale Zuppi (© VaticanMedia)

Sfida ecologica

Intanto è l’Ue si interroga sulle prospettive energetiche del continente. Rinnovabili sì, ma non bastano. A Bruxelles crolla definitivamente, nonostante le proteste di Greepeace, ogni tabù rimasto sul ruolo dell’energia dell’atomo nella decarbonizzazione dell’economia come fonte stabile e a basse emissioni. “Possono esserci opinioni diverse tra gli Stati membri, ma le tecnologie nucleari possono svolgere un ruolo importante nella transizione verso l’energia pulita”, ha scandito la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, intervenendo al primo vertice internazionale sull’energia nucleare. Dall’Asia agli Stati Uniti, passando per l’Europa. Il summit – promosso dal primo ministro belga e presidente di turno dell’Ue, Alexander De Croo, e dall’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (Aiea) – ha portato a Bruxelles oltre 30 delegazioni e 300 amministratori delegati nella capitale belga. A pochi passi dall’Atomium, struttura simbolo della capitale belga che rappresenta l’atomo. Convergere sugli impegni e soprattutto prendere atto della necessità di sbloccare nuove risorse pubbliche e private in questa direzione.

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Foto di Enrique da Pixabay

Sos cabonio

Tutti d’accordo nella dichiarazione finale di dover abbandonare “ogni approccio ideologico” alla questione energetica e di dover fare “affidamento su qualunque fonte di energia a basso contenuto di carbonio” per la transizione, come sottolineato dal premier De Croo e dal direttore generale dell’Aiea, Rafael Mariano Grossi, nella conferenza stampa conclusiva. Non una sorpresa. L’ampia partecipazione al Summit – per l’Italia c’era il ministro degli Esteri, Antonio Tajani che ha sottolineato come, per la transizione climatica sia per l’indipendenza energetica, è giusto guardare alle nuove frontiere del nucleare – suggella nei fatti un rinato interesse di molti Paesi dell’Ue per il nucleare. E in particolare, sul cosiddetto nucleare di “quarta generazione”. I mini reattori modulari a cui guarda con interesse sia Bruxelles che Roma. “Sono una tecnologia promettente“, ha riconosciuto von der Leyen, incalzando i governi anche a valutare un’estensione della vita delle centrali nucleari esistenti. A trainare questo slancio da un lato la guerra energetica della Russia, che costringe Bruxelles a ripensare il mix energetico per abbandonare le fossili.

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Emmanuel Macron / foto Imago/Image

Pressione

Dall’altro, la pressione della Francia che negli ultimi due anni ha lavorato a Bruxelles per far riconoscere il ruolo dell’atomo nella politica energetica e ambientale dell’Ue (ovvero, per sbloccare finanziamenti europei in questa direzione). Riuscendoci, in buona parte. Parigi ha ottenuto solo negli ultimi mesi un riconoscimento del nucleare per la produzione di idrogeno a basse emissioni. E il lancio da parte dell’esecutivo europeo dell’alleanza industriale sui mini reattori che porterà al primo reattore modulare di produzione europea entro il 2030. “Le risorse sono cruciali per espandere la diffusione dell’energia nucleare in Europa. Dobbiamo mettere in campo la Banca europea per gli investimenti”, ha ribadito il presidente francese, Emmanuel Macron, nel suo intervento. Confermando che sarà Parigi a ospitare il prossimo vertice internazionale sul nucleare (senza fissare per ora una data).

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