Il traffico veicolare è una delle principali fonti di inquinamento atmosferico. In particolare nelle città. In Germania, all’ateneo di Salzgitter, è stata istituita la prima cattedra universitaria sulla bicicletta. La professoressa Jana Kulh tiene lezioni sulla convivenza in strada tra ciclisti e automobilisti. Illustrando i benefici ecologici e sociali della circolazione su due ruote. E approfondendo i problemi dell’andare in bicicletta. Un mezzo di trasporto “green” divenuto fondamentale in pandemia.
Mobilità green
“E’ maturata una
nuova sensibilità“, spiega il prefetto Roberto
Sgalla. Già direttore centrale della Polizia stradale, ferroviaria e delle comunicazioni. E attuale
responsabile della commissione dei direttori di corsa e sicurezza della Federazione ciclistica italiana. Aggiunge l’esperto di
traffico: “Muoversi in sicurezza
in qualsiasi ambiente richiede un perfetto equilibrio fra tutte le sue componenti. C’è bisogno di un’educazione adeguata stradale ad iniziare dalla prima infanzia.
Conoscenza del mezzo bicicletta nelle sue diverse tipologie. Delle componentistiche meccaniche e degli accessori. Per garantire la sicurezza in ogni condizione di uso”. Di qui, prosegue
Sgalla, la proposta di creare “piste ciclabili amatoriali, strutture e circuiti. Adeguati alla preparazione sia degli atleti che dei semplici amatori della bicicletta. In particolare in funzione delle nuove tipologie di bicicletta (e-bike, handbike, monopattini)”.
Danni
A danneggiare la qualità di vita è l’assenza di
sostenibilità urbana. Per questo l’università di Harvard ha dedicato un importante studio scientifico al concetto di “osservatori di
sostenibilità urbana“.
Papa Francesco ha più volte richiamato l’umanità al rispetto della casa comune. Ma finora la nazioni sono state sorde alle richieste di contenimento delle
emissioni nocive all’ambiente.
La scure del traffico
Uno studio pubblicato all’università di Harvard prova a fare una risposta concreta ad un allarme globale. “L’umanità- spiegano i ricercatori – sta vivendo cambiamenti rivoluzionari nel XXI secolo. Tra i quali l’accelerazione dell’urbanizzazione. L’introduzione di servizi tecnologici di mobilità dirompenti. E la diffusione di nuove fonti di dati. Tuttavia non sono ancora chiare le implicazioni di sostenibilità ambientale. Sociale. Economica”. Le incognite riguardano “questi nuovi servizi di mobilità“. Le questioni da chiarire riguardano “la natura complessa dei sistemi urbani. E la natura sfaccettata e contestata degli obiettivi di sostenibilità“.
Sentinelle ambientali
I “centri di studio” utilizzano la sperimentazione concreta delle
soluzioni più avanzate di
mobilità. Per portare avanti la raccolta continua dei dati. E per
migliorare le proprie capacità di analisi. I ricercatori le sfide nella costruzione e nel mantenimento di questi osservatori. Ne emerge la
rilevanza delle partnership con enti universitari e comunitari. Oltreché con il settore industriale. Solo così si possono portare al successo gli osservatori di
sostenibilità urbana. Una soluzione, quindi, affinché queste “sentinelle ecologiche” servano da
motori per la ricerca.
In cerca di soluzioni
Tra i ricercatori del Centro di ricerca e istruzione sui trasporti (Trec) della Portland State University ci sono Kelly Clifton, Kristin Tufte e John MacArthur. Sono gli autori di un’indagine pubblicata sulla “Harvard Data Science Review“. E intitolata “Osservatori di sostenibilità urbana“. Nella quale si presenta un quadro integrato della situazione. A partire dalla necessità della ricerca e dell’analisi dei dati. Utili alla progettazione di politiche efficaci. Per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità per le città. In particolare nel settore della mobilità. Il Centro di ricerca e istruzione sui trasporti (Trec) si trova alla Portland State University. Qui sono state fondate e operano alcune di queste realtà. Cioè l’Istituto nazionale per i trasporti e le comunità (Nitc). L’Iniziativa per l’innovazione ciclistica e pedonale (Ibpi). E altri programmi sui trasporti.