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“The Bright Sight”: il futuro è negli occhi dei bambini del Sud Sudan

“In Sud Sudan, più precisamente a Juba, abbiamo inaugurato il primo ed unico reparto oculistico pediatrico del Paese. Da ora, il 90% dei bambini sudsudanesi potrà afferire a questo centro. Prima, i piccoli affetti da problemi alla vista significativi, dovevano affrontare un viaggio che definirei impossibile perché i costi sono proibitivi per molte famiglie, e recarsi in altri Paesi, in Uganda per esempio”. E’ quanto afferma Massimo Maggio, direttore di CBM Italia, intervistato da Interris.it.

L’inaugurazione del reparto oculistico pediatrico

Dopo un anno e mezzo di lavori, nel rispetto degli standard internazionali dell’OMS e della IAPB (Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità), il reparto oculistico pediatrico è pronto per accogliere i piccoli pazienti. Il reparto nasce all’interno del Buluk Eye Centre (BEC), il primo centro oculistico del Paese, avviato nel 2015 a Juba da CBM – la prima organizzazione a portare cure oculistiche in Sud Sudane diventato un centro di eccellenza e di riferimento per la salute visiva a livello nazionale per visite e cure specialistiche rivolte a pazienti adulti: è l’unico nel Paese a disporre di una sala chirurgica oftalmica con personale medico specialistico.

L’importaza della formazione

Tutto questo non sarebbe stato sufficiente senza personale specializzato. Per questo motivo, spiega Maggio, “abbiamo fatto intraprendere un percorso formativo, anche all’estero, a medici e a operatori”. Oltre all’oculista pediatrico, è stata avviata la formazione per un’anestesista pediatrica e per sette persone dello staff tecnico del BEC presso altri ospedali partner di CBM (come il Mengo Eye Hospital in Uganda), in particolare su patologie complesse come la retinopatia diabetica, il glaucoma, il retinoblastoma (tumore della retina) con sessione teoriche e pratiche all’interno delle sale operatorie.

Fare insieme: l’essenza del modus operandi di CBM Italia

“La bellezza del nostro modo di procedere è il fare insieme con i partner locali – spiega il direttore di CBM Italia -. Questo significa che i Ministeri della Saluta (nazionale e statale) sono stati partner di questa iniziativa, così come le varie realtà locali”. Il progetto è realizzato con il sostegno dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, in collaborazione con le organizzazioni Medici con l’Africa CUAMM e CORDAID e beneficia della partecipazione del Ministero della Salute sud sudanese.

Foto gentilmente concesse da CBM Italia

“The Bright Sight”

La costruzione e l’avvio del reparto si inseriscono in un più ampio progetto di cooperazione – denominato “The Bright Sight”, vista luminosa – che ha come capofila CBM Italia, organizzazione internazionale impegnata nella salute, l’educazione, il lavoro e i diritti delle persone con disabilità nel mondo e in Italia. L’obiettivo di “The Bright Sight” è migliorare l’accesso ai servizi di prevenzione e quelli specialistici di salute visiva, pediatria oculistica e riabilitazione per le persone con disabilità in Sud Sudan, nei tre Stati di Equatoria Centrale, Orientale e Lakes. In particolare il progetto prevede anche di rafforzare le pratiche di prevenzione delle Malattie tropicali neglette, ovvero malattie infettive che colpiscono chi vive in condizioni di povertà, come il tracoma e l’oncocercosi, molto diffuse nel Paese. Un altro pilastro importante del progetto è il decentramento dei servizi oculistici, che verranno integrati anche negli ospedali di Rumbek (Stato di Lakes) e Torit (Stato di Equatoria Orientale). Fondamentale è anche l’attività delle cliniche mobili ­- chirurgiche e non – nelle aree remote del Paese per portare servizi oculistici e sensibilizzare le comunità, per arrivare a quella parte di popolazione che non è in grado di raggiungere il BEC.

La testimonianza

“Un’esperienza che mi fa tornare a casa ogni volta con entusiasmo nuovo, c’è il desiderio di continuare a contribuire, anche poco, con la consapevolezza che si possono cambiare le cose – spiega Maggio -. Quando partecipo all’operazione di una cataratta di un bimbo che altrimenti rimarrebbe ceco, osservare come recuperi nel giro di poco tempo la vista, è emozionante. Forse sarà poco, ma abbiamo contribuito a migliorare un po’ il mondo“.

Manuela Petrini

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