Testimonianza dal Kenya: gli effetti benefici dell’iniziativa “Un pasto al giorno”

Simone Ceciliani con alcuni ragazzi in Kenya. Foto © Apg23

Un amore sconfinato per l’Africa. E’ questo che emerge dalla voce di Simone Ceciliani, membro della Comunità Papa Giovanni XXIII, missionario in Kenya dal 2011, intervistato da Interris.it. Tredici anni vissuti al fianco degli ultimi di Nairobi, città in cui la divisione fra zona ricca e povera è molto netta, dove Simone vive la sua vocazione: seguire Cristo e condividere la vita con i poveri. L’associazione fondata dal Servo di Dio don Oreste Benzi è presente nel Paese dal 1998, quando si stabilisce in una piccola baraccopoli nelle periferie di Nairobi. Qui cibo, salute e istruzione non sono diritti per niente garantiti.

Foto © Apg23

L’azione della Papa Giovanni XXIII

L’Apg23, a Nairobi, gestisce un centro per anziani che nel pomeriggio si trasforma in libreria per i bambini dello slum; un progetto residenziale dove vivono una ventina di ragazzi; una casa che nel pomeriggio si trasforma in punto di ritrovo per i giovani e i ragazzi; inoltre, i membri dell’Apg23, cercano di dare il loro aiuto alle giovani donne costrette a prostituirsi nei club: l’obiettivo è quello di fornire loro gli strumenti per poter uscire dal giro di sfruttamento in cui sono finite e quindi trovare un lavoro dignitoso. Inoltre, è stato avviato una sorta di centro di riciclo della palstica che ha un duplice fine: dare lavoro ai giovani e ripulire l’ambiente. Grazie al progetto delle adozioni a distanza, circa cinquanta fra bambine e bambini vengono sponsorizzati dall’associazione, avendo così la possibilità di frequentare la scuola.

Foto © Apg23

I nuovi progetti in Kenya

Tra gli obiettivi della Comunità, quest’anno c’è quello di far fronte all’emergenza idrica che affligge il nord est del Kenya e portare l’acqua potabile alle popolazioni del Lago Turkana, un immenso lago salato. “Un progetto che è iniziato lo scorso anno – racconta Simone -. La zona è abitata prevalentemente da pastori e priva di qualsiasi tipo di infrastrutture, non ci sono ospedali, si soffre fame, le persone mangiano una volta al giorno quando va bene – spiega -. Ma il problema più grande è l’approvigionamento di acqua. Le persone percorrono chilometri per raccoglierla da pozze scavate nei letti secchi dei fiumi“. Un’acqua imbevile, contaminata da molti batteri. “Loro non hanno scelta – aggiunge -. Bevono quella con tutte le conseguenze possibili per la loro salute”. La Comunità, in collaborazione con le istituzioni locali, ha appena avviato un piano per lo scavo di un pozzo nel villaggio di Altuwo, un altro per desalinizzare l’acqua per il villaggio di Moite e un altro ancora per sistemare l’impianto idrico già esistente nel villaggio di Gatab, assicurando così l’accesso all’acqua potabile anche alle scuole.

Foto © Apg23

Un pasto al giorno

Questi progetti sono possibili perché finanziati con i proventi raccolti con “Un pasto al giorno“, l’iniziativa solidale promossa dalla Comunità Papa Giovanni XXIII che il 21 e 22 settembre porterà i suoi volontari nelle piazze di tutta Italia per sensibilizzare su temi quali povertà ed emarginazione che ancora oggi affliggono tante persone in tutto il mondo. Nel corso dell’evento i volontari distribuiranno il calendario 2024-2025 dedicato al centenario dalla nascita di don Oreste Benzi (7 settembre 1925), il “prete dalla tonaca lisa”, fondatore della Comunità nel 1968, che ha fatto della sua vita un dono agli ultimi.

La storia

Nel 1985 don Benzi, di ritorno dalla sua prima missione in Africa, si rese conto che bastavano 10mila lire al mese per sfamare una persona, ed è così che nacque il Progetto “Un Pasto al Giorno”. Oggi quel Progetto è diventato un obiettivo concreto per garantire un pasto caldo e una famiglia a tante persone sole o che vivono in condizioni di estrema povertà in tutti gli angoli del mondo. La Comunità infatti riesce a garantire 7 milioni e mezzo di pasti ogni anno alle persone accolte nelle sue 372 strutture e realtà di accoglienza in Italia e nel mondo. Solo nel nostro Paese la Comunità, con le sue molte sedi, dà accoglienza a 2399 persone che nelle sue realtà trovano oltre al pasto anche accoglienza e sostegno per ricostruire il proprio futuro.

Il calendario

Quanti faranno un’offerta ai volontari dell’Apg23 durante l’evento nelle piazze, riceveranno un calendario dedicato alla memoria di don Benzi, che non solo rappresenta un modo per scandire il tempo, ma è anche un invito a trasformare il mondo un giorno alla volta. Ogni mese infatti è dedicato a un tema cruciale, come la lotta contro la povertà, l’accoglienza dei più deboli, l’importanza dell’istruzione. Ogni mese, scandendo il passare del tempo, invitano alla valutazione e all’azione: “La famiglia è il luogo in cui ciascuno scopre – o ritrova – il suo posto nel mondo”, si legge in una delle riflessioni che ricorda l’effetto rivoluzionario che ha su ciascuno il sentirsi amato e parte di una famiglia.

Il calendario di don Oreste Benzi Foto © Apg23

Cosa può fare ognuno di noi

Il 21 e il 22 settembre, i membri e i volontari dell’Apg23 scenderanno in piazza per la sedicesima edizione di “Un Pasto al giorno” e invitano ognuno di noi a contribuire – ognuno secondo le sue possibilità – per poter continuare a garantire un pasto caldo a tutti gli accolti in Italia e nel mondo e poter sostenire progetti come quello avviato a favore delle popolazione del lago Turkana.

Per maggiori informazioni visita il sito unpastoalgiorno.apg23.org

Manuela Petrini: