Tataranni (InConTra): “Un bosco sociale per tutelare la legalità e il bene comune”

Il bosco sociale "InConTra" (© Associazione InConTra)

Secondo gli ultimi dati disponibili, 4,2 miliardi di persone, cioè circa il 55% della popolazione mondiale, vive nelle città, centro di numerose attività economiche e responsabili del 70% delle emissioni globali di gas inquinanti. A tal proposito, la riattivazione degli spazi urbani attraverso una riqualificazione delle aree verdi pubbliche con un’adeguata manutenzione, soprattutto nelle zone periferiche, consentirebbe di rendere le città più resilienti ai cambiamenti climatici in atto e, nel contempo, di prendersi cura dei cittadini e generare inclusione sociale.

L’esperienza di Bari

A Bari, nell’area verde comunale tra le vie De Ribera, Giaquinto e Barisano da Trani al San Paolo, grazie all’opera dell’associazione InConTra in sinergia con la cooperativa Tracce Verdi, Siloe e Caps, si è dato vita ad un bosco sociale, denominato “Verde InConTro”, con la finalità di riqualificare gli spazi comuni e, nello stesso tempo, educare al senso civico e alla legalità. Interris.it, in merito a questa esperienza, ha intervistato Michele Tataranni, presidente dell’associazione InConTra.

L’intervista

Come nasce e che obiettivi ha il bosco sociale denominato “Verde InConTro”?

“Viviamo in un quartiere di periferia con alcune problematiche, quali ad esempio, famiglie in condizione di disagio socioeconomico, una forte dispersione scolastica tra i ragazzi. Questo è un luogo lontano dalla città che, con molto lavoro, stiamo cercando di riavvicinare. Quindi, l’obiettivo e il fulcro del bosco sociale e di ‘Verde InConTro’, è quello di donare uno spazio pubblico alla collettività in forma gratuita. Questo luogo prima era una discarica a cielo aperto su un terreno abbandonato, è stato riqualificato e ora viene visto con uno sguardo nuovo. Se in un luogo si comincia a curare ogni piccola parte, anche gli abitanti inizieranno ad amarlo, questo è il nostro intento. Abbiamo integrato diversi ragazzi nell’opera di riqualificazione e, quello che prima era un luogo schernito, ora è rispettato da tutti. La cultura della tutela del bene comune a 360 gradi è molto importante. La nostra associazione, ad esempio, assiste circa 1200 nuclei familiari con cui cerchiamo di fare un percorso sul senso civico, la legalità e il bene comune anche attraverso questo bosco. Noi lavoriamo moltissimo con i ragazzi che svolgono la PCTO, ovvero l’alternanza scuola – lavoro e, insieme a loro, abbiamo piantato degli alberi che sono stati dedicati a Lorenzo Parelli, Giuseppe Lenoci e Giuliano De Seta che, lo scorso anno, hanno perso la vita nei percorsi di alternanza scuola – lavoro. Oltre a ciò, in un punto centrale, abbiamo costruito degli orti sociali dedicati alla comunità dove le famiglie, quando la verdura è pronta, possono prenderla. Ciò che non viene raccolto è messo a disposizione di coloro che ne hanno bisogno nel nostro market sociale dove abbiamo una zona dedicata all’ortofrutta.”

Quali sono i vostri auspici per il futuro in merito allo sviluppo di questo luogo?

“Il nostro sogno per il futuro è che, le famiglie che abitano attorno a questo bosco, comincino a sentirlo più loro e lo curino autonomamente. Noi cerchiamo di far adottare ad ogni bambino un albero per prendersene cura. La speranza che riponiamo è che, il quartiere, adotti lo spazio verde e impari a coltivarlo, potendo così veder crescere questi 150 alberi e facendo così diventare stupendo questo luogo.”

Christian Cabello: