“Alla nostra democrazia manca un aspetto fondamentale, paradossalmente l’elemento che sta alla base di tutto, ossia la libertà della scuola, la libertà dell’educazione. Il ruolo dello Stato è invece quello di garante di un diritto, di facilitatore di esso. Ci sono tutti i presupposti perché ciò avvenga: occorre solo avere il coraggio dell’idea e il desiderio di attualizzarla. Nella nostra società sempre più caratterizzata da posizioni e punti di vista differenti, l’educazione al pensiero, al senso critico, alla libertà sono aspetti vitali. Ed è giusto che ogni genitore sia posto nelle condizioni che gli consentono di esercitare un diritto che è assolutamente proprio, ossia l’educazione dei figli”.
Così suor Anna Monia Alfieri, paladina delle scuole paritarie, presenta la sua ultima fatica letteraria: “Il pluralismo educativo. Una scelta ancora possibile”, Editrice Morcelliana (2023) con prefazione di Dario Antiseri. Un libro manifesto per la libertà e il pluralismo educativo, destinato a far discutere per il rigore dell’analisi.
Chi è suor Anna Monia Alfieri
Suor Anna Monia Alfieri, religiosa delle Marcelline, laureata in Economia, Giurisprudenza e Magistero di Teologia, è esperta dei problemi dell’organizzazione dei sistemi formativi e fa parte del Gruppo di lavoro in materia di “Istruzione non statale” del Ministero dell’Istruzione e del Merito. Già premiata con l’Ambrogino d’oro a Milano, suor Alfieri è Cavaliere della Repubblica per il suo impegno a favore della libertà educativa. Tra le sue pubblicazioni: Andare a scuola e uscire imparati. Lezioni di libertà educativa (Il Timone, 2023); Lettera ai politici sulla libertà di scuola (con D. Antiseri, Rubbettino, 2018); Il diritto di apprendere. Nuove linee di investimento per un sistema integrato (con M. Grumo e M.C. Parola, Giappichelli, 2015); La buona scuola pubblica per tutti. Statale e paritaria (con M.C. Parola e M. Moltedo, Laterza 2011).
Interris.it l’ha intervistata sul suo ultimo libro nella Giornata Mondiale degli Insegnanti, istituita dall’UNESCO nel 1994 per sostenere il ruolo dei docenti nel garantire i bisogni educativi delle future generazioni.
L’intervista a suor Anna Monia Alfieri
Il suo ultimo libro si intitola “Il pluralismo educativo”. Cosa significa pluralismo educativo e qual è il suo valore sociale?
“Pluralismo educativo significa costruire un sistema scolastico all’interno del quale i genitori, in virtù del loro diritto precipuo di educare la prole e in ragione del fatto che, in quanto cittadini, pagano le tasse, possono scegliere liberamente, ossia a costo zero, la scuola per i loro figli. L’istruzione è un servizio pubblico, indipendentemente da chi lo gestisce. Pertanto alle famiglie dovrebbe essere garantita una quota capitaria da spendere per l’istruzione dei figli presso una scuola pubblica, statale o paritaria, in una attenta rendicontazione. E il tutto avrebbe un valore sociale immenso: aumento dei livelli di apprendimento, in linea con gli standard europei, miglioramento della tenuta sociale dei territori economicamente e socialmente più fragili (la scuola è un presidio contro la malavita), innalzamento della qualità della vita. Tutto, come si può comprendere, in una perfetta concatenazione di cause e di effetti. Dalla scuola passa, infatti, il rinnovamento della società”.
Cosa l’ha motivata a scrivere questo libro?
“Scrivere questo libro è il naturale esito di un percorso che ho iniziato vent’anni fa. In questo testo ho voluto riprendere temi già affrontati unendone altri nuovi, frutto di un cammino che è sempre più condiviso a livello istituzionale e politico. Infatti, grazie a Ministri come Stefania Giannini, Valeria Fedeli, Patrizio Bianchi e, ora, con il Ministro Valditara, il cammino verso la libertà di scelta educativa ha registrato tappe davvero epocali che mi inducono a pensare che la meta tanto attesa sia vicina”.
Qual è l’obiettivo che si prefigge con un testo sul pluralismo educativo?
“L’obiettivo è semplice: voglio far capire alla nostra società che riconoscere il diritto alla libertà di scelta educativa NON VUOL DIRE DARE DENARI ALLE SCUOLE DEI RICCHI. Tutt’altro. Quante scuole paritarie frequentate dai poveri hanno dovuto chiudere perché non riuscivano a gestire l’indebitamento sempre più gravoso? E quei poveri che fine hanno fatto? Semplice: si sono riversati nelle scuole statali che, già affollate e prive di mezzi e di docenti, non sono riuscite a reggere. Risultato? Dispersione scolastica e fenomeno dei NEET, a tutto vantaggio della criminalità, in tutte le sue forme”.
Chi inviterebbe principalmente a leggere il suo libro?
“Invito a leggere il mio libro soprattutto coloro che non la pensano come me: ovviamente mi auguro che lo leggano con animo sgombro da pregiudizi e scevro da ogni visione ideologica. Si tratta di una visione diversa sulla scuola, sulla realtà: una visione semplice ma al contempo, proprio perché semplice, altamente rivoluzionaria”.