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Sui muri il grido d’aiuto dei clochard

L’aggravarsi della povertà ai tempi del coronavirus e i murales dedicati ai senza fissa dimora che fanno parte della nuova serie "Caritas"

“I murales e l’arte in generale possono dare voce al disagio diffuso di chi non ha voce, soprattutto in quei momenti di emergenza collettiva nei quali le situazioni di cronica debolezza si aggravano nell’indifferenza della società”, spiega a Interris.it il pittore Giannetto Magrini. E aggiunge: “Dipingere significa rendere visibile ciò che scuote l’animo umano e nulla più di una pandemia accomuna tutti i paesi del mondo nell’angoscia di una minaccia incombente e nella speranza di un ritorno alla normalità. E’ come in guerra: il genio creativo è sempre stato un sottolissimo sensore delle tragedie vissute dall’umanità, basti pensare al ruolo etico ed estetico degli artisti nella resistenza alla disumanizzazione provocata dai conflitti mondiali”.

Isolamento sociale

Durante il lockdown Interris.it ha costantemente riferito le gravissime conseguenze dell’isolamento sociale sulle situazioni di fragilità, in particolare tra i senza fissa dimora. La rivista “Scientific American” ha documentato come uno dei primi focolai di coronavirus degli Stati Uniti (il Paese con il maggior numero di contagi al mondo) sia scoppiato a Seattle, che è la terza città del paese per numero di persone senza fissa dimora: una fascia di popolazione che secondo le stime supera il mezzo milione di individui a livello nazionale ed è particolarmente esposta al rischio di infezione e alle sue conseguenze. Sono più di 560.000 i senzatetto censiti negli Stati Uniti dall’ultimo rapporto sull’argomento del Dipartimento per l’edilizia abitativa e lo sviluppo urbano. Gli operatori sociali che aiutano i clochard stanno monitorando lo sviluppo dell’epidemia di coronavirus, mentre combattono il contagio nelle sacche di indigenza metropolitane.

Solidarietà

“Papa Francesco Clochard” a Milano. E’ la nuova opera di aleXsandro Palombo che ai tempi del coronavirus alza il volume sull’aggravarsi della povertà. Sui muri del capoluogo lombardo, l’artista pop contemporaneo ha svelato “Caritas” la nuova serie di opere di sensibilizzazione a favore della solidarietà che ritraggono “Papa Francesco” e la “Madonna con bambino” che chiedono l’elemosina e trasforma i bicchieri con il logo Coca Cola, da sempre simbolo del consumismo di massa e del capitalismo, in bicchieri della carità. ”Questa crisi è la più grande opportunità che abbiamo per ridisegnare e umanizzare la società. Oggi più che mai bisogna accorgersi dell’altro, di chi si trova sul nostro cammino e che sta vivendo un momento di estrema necessità. Ognuno di noi può fare la differenza nell’aiutare i più fragili e tutte quelle famiglie che in questo momento sono cadute in povertà. Questo è il momento di comprendere che il futuro è generosità e solidarietà”, afferma all’Adnkronos l’artista che attraverso il suo sguardo sposta l’attenzione dalla pandemia sanitaria alla pandemia della povertà, una potente riflessione sul drammatico aumento dei poveri in Italia e in tutto il mondo.

Fragilità

Nella serie “Caritas”, Papa Francesco è testimonial della carità e appare come un senzatetto davanti alla Chiesa di San Gioachimo nel centro di Milano, intento a chiedere l’elemosina, un povero tra i poveri, e la Madonna che mendica con il bambino si mostra in tutta la sua umanità, più vicina ad una dimensione terrena che divina. Dagli anni 90 l’arte visionaria di Palombo si è sempre rivelata precursoria suscitando importanti dibattiti e riflessioni. Il suo segno è un invito all’azione, l’artista prosegue nel suo personale percorso di ricerca e sperimentazione che da oltre 25 anni lo caratterizza per i suoi lavori dal forte impatto sociale, che tendono a scardinare stereotipi e promuovere tematiche importanti legate alla multiculturalità, l’etica, i diritti umani, l’inclusione, l’estetica e la diversità.

Inclusione

La sua ultima serie di opere “Just Because I am a Woman” con le leader della politica mondiale vittime di violenza di genere è entrata a far parte della collezione permanente del Museo Nazionale del Manifesto della Danimarca. A settembre l’artista rivelerà il nome del prestigioso Museo di Parigi che è in procinto di far entrare la serie nella sua collezione permanente.  AleXsandro Palombo, 46 anni, milanese di adozione, è un artista pop contemporaneo e attivista, creativo poliedrico riconosciuto nel mondo per le sue opere satiriche, critiche, riflessive e irriverenti che si concentrano sulla cultura pop, la società, la diversità, l’etica e i diritti umani. Famosa in tutto il mondo è la sua serie del 2013 “Principesse Disney Disabili” che ha messo in luce in modo provocatorio il tema della diversità e dell’inclusività, innescando un forte dibattito a livello mondiale. Per tutto il 2020 e fino al 2021 la sua celebre opera “Survivor” che ritrae Marge Simpson come sopravvissuta al cancro al seno e con i segni profondi della mastectomia è esposta al Museo della ‘Civilization’ in Quebec. 

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