Sudan, l’impegno della Farnesina per “aumentare la resilienza delle comunità vulnerabili”

Sudan
Ponte solidale tra l’Italia e il Sudan. Lambasciata italiana nel paese africano sottolinea che dal 1983 la ong Ovci è impegnata in prima linea per migliorare l’inclusione di minori e donne con disabilità. Collaborando in Sudan con famiglie, scuole e datori di lavoro. La Cooperazione allo sviluppo del ministero degli Esteri italiano sostiene questo lavoro. Per aumentare la resilienza delle comunità vulnerabili. Nella città di Khartoum Ovci sviluppa programmi di collaborazione con due controparti distinte. Associazione Sudanese Usratuna per bambini con disabilità (USADC). E Ahfad University for Women.

Sudan in difficoltà

All’inizio degli anni ’90 il Sudan sembrava avere uno sviluppo importante soprattutto nello Stato di Khartoum. Ciò soprattutto grazie ai proventi del petrolio e al nuovo dinamismo della classe imprenditoriale. Ma le condizioni di vita e di salute dei bambini con disabilità continuavano ad essere preoccupanti. In assenza di risposte adeguate ai loro bisogni. Nel 1999 Ovci iniziò a lavorare nella capitale Khartoum. Per svolgere attività di cura e di attenzione ai bambini con disabilità. Fu avviato, quindi, un progetto nel quartiere di Omdurman. Una zona tra le più povere della capitale. Dopo un lungo periodo di guerra civile, nel 2005 vengono firmati gli accordi di pace. Tra sud e nord del Paese. E il 9 luglio 2011, per volontà popolare espressa tramite un referendum il sud del Sudan si separa dal resto del Paese.

Associazione multietnica

In un contesto così difficile, Ovci ha contribuito alla costituzione di una delle prime associazioni sudanesi che si occupa di bambini con disabilità. Questa associazione, multietnica e multi-religiosa, ha preso il nome di “Usratuna sudanese association for disabled children”. Usadc, con la collaborazione di OVCI, ha dato vita a diversi progetti. Cofinanziati dall’Unione Europea. E dall’Aics, l’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo. Gli impegni ad oggi in corso comprendono l’assistenza socio–riabilitativa nella città di Omdurman. “Questa componente- spiegano i responsabili della ong- consiste essenzialmente in un supporto alla gestione. E in una supervisione tecnica del Centro di riabilitazione Usratuna- Khartoum per bambini con disabilità”. Una struttura avviato da Ovci nel 2008. Assieme all’associazione sudanese Usadc. Attualmente i trattamenti riabilitativi sono svolti da diverse fisioterapiste qualificate all’Ahfad University. E da logopedisti locali. Costantemente monitorati e formati sul campo da fisioterapisti espatriati.

Modello replicabile

“Attualmente Ovci sta rafforzando i servizi del Centro. Attraverso formazione in aula e sul campo delle fisioterapiste- precisano gli operatori della ong-. In questo modo, il Centro riabilitativo potrà essere proposto come modello replicabile in altre zone del Sudan. Si tratta della potenzialità unica di fungere da prototipo di assistenza riabilitativa pediatrica in Sudan. Con un approccio globale alla persona. Ciò è ulteriormente rafforzatp dalla componente accademica“. Risale al 2004 la collaborazione con l’Ahfad University per l’avvio del primo corso di laurea in fisioterapia in Sudan. L’università ha raggiunto un certo grado di autonomia nella gestione del corso. Ovic supporta l’ateneo attraverso lezioni teoriche in riabilitazione pediatrica. Oltreché organizzando tirocini pratici delle studentesse al Centro riabilitativo Usratuna. E alla sede di realizzazione del programma di riabilitazione su base comunitaria.

Partnerhip con l’Ahfad University

La partnership con l’Ahfad University ha portato in Sudan al riconoscimento della figura professionale del fisioterapista. C’è poi il programma di supporto alla sede distaccata del Centro. Nella municipalità marginale di Dar-El-Salaam. Oggetto di un programma di sviluppo triennale. Per il potenziamento del dispensario materno infantile. L’ estensione del servizio con clinica mobile in zone remote della municipalità. La formazione continua di fisioterapisti e logopedisti. Oltre a un intervento riabilitativo in tre orfanotrofi di Khartoum. A ciò si aggiunge il programma pilota di integrazione dei bambini con disabilità nelle scuole ordinarie della zona. In collaborazione con la sede locale dell’Unesco.

 

Giacomo Galeazzi: