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Le risorse per far ripartire il Sud? Il fattore umano e l’innovazione

Ecco su basi rilanciare lo sviluppo socio-economico del Mezzogiorno nella prova epocale della pandemia

E’ il fattore umano la principale opportunità per far ripartire il Sud. “Far ripartire l’innovazione è determinante”, avverte Francesco Cicione, presidente di Entopan, socialità specializzata in accompagnamento delle start up. “Abbiamo il sogno di realizzare in Calabria, nel Sud, dei campus fisici. Nei quali stakeholder di vario genere possano collaborare. Nello sforzo di produrre innovazione. Al servizio dello sviluppo. Con la consapevolezza che Sud e Mediterraneo sono la riserva dell’area di crescita dell’Europa– puntualizza Cicione-. L’intuizione l’ho avuta 20 anni fa, adesso la nostra è una vera sfida. Esistono meno di 50 ecosistemi come il nostro, che sarà il più grande. Abbiamo deciso di realizzarlo senza finanziamenti pubblici. Perché non hanno tempi compatibili con chi vuole fare innovazione. Chi a livello internazionale ha creduto nel nostro progetto lo ha fatto perché ha creduto nelle nostre capacità. E non per agevolazioni fiscali e simili”.app

L’oro del sud

“Oggi si punta sulle persone come risorsa per la ripartenza“, spiega il giornalista e storico Paolo Mieli. A inquadrare la ripartenza del Mezzogiorno sono stati i forum dell’International Annual Meeting SudeFuturi III.  L’evento è stato ideato per “(r)innovare il Mezzogiorno“. E organizzato in Calabria al Castello Ruffo dalla Fondazione Magna Grecia.  Ha portato al meeting la sua testimonianza anche la professoressa Antonella Polimeni. Prima donna alla guida dell’università La Sapienza di Roma in 718 anni di vita dell’ateneo. “Il mio motore è stata la passione per l’insegnamento, che avevo sin da piccola -racconta la professoressa Polimeni-. Oltre al fatto di essere la prima rettrice ci tengo a sottolineare che da 30 anni a La Sapienza non si eleggeva un rettore al primo turno“. Rispetto ai rapporti tra università e aziende, aggiunge che ”ci sono leggi primarie e normative che ci impediscono l’integrazione con l’impresa. Ma siamo in un momento che va colto. E il cofinanziamento del ministero è funzionale anche a un periodo da spendere nelle aziende. Per ricercatori e dottorandi. Certo, bisogna lavorare per snellire lacci e lacciuoli. Per cogliere le opportunità di questo periodo”.

Il valore della famiglia

Sul palco a parlare di investimenti sulle persone anche Anna Barbaro, medaglia d’argento alla Paraolimpiadi di Tokyo. Riferendosi al periodo durissimo del primo lockdown, ha raccontato dei primi momenti, quando “non era possibile allenarsi”. Poi, “pian piano, grazie alla mia famiglia, ho creato in casa una piccola palestra per continuare ad allenarmi in due dei tre sport che pratico. Il primo giorno che mi sono buttata in acqua, nel mare di casa mia, il 6 maggio 2020, è stato bellissimo. E mi piace dire che dietro questa medaglia c’è la forza di una famiglia e di un allenatore”.

Esigenza di sviluppo

“Abbiamo vissuto una situazione surreale di assedio- evidenzia Adriano Giannola, presidente dello Svimez, l’ente per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno-. E credo che sia rimasto in tutti noi il senso che qualcosa sia cambiato. E se pensiamo di riprendere come prima della pandemia, sarebbe un fallimento. La ripartenza della quale stiamo parlando oggi serve a cambiare la rotta. E questo cambiare la rotta dovrebbe essere oggetto di discussione nel Paese. E nel dibattito tra Nord e Sud. Come Svimez da 10 anni diciamo che c’è un divario molto forte tra il Settentrione e il Mezzogiorno. Dobbiamo cambiare la rotta. Partendo dal Mezzogiorno altrimenti anche il Nord avrà pesantissime ripercussioni“. sud

Massimo rischio

Aggiunge Giannola: “Il Sud dovrebbe essere la locomotiva. Ma a livello nazionale sta passando il messaggio di non fermare il vento del Nord. Facciamo correre Milano anche se Napoli va più piano, tanto poi si aggregherà. Ma questo è un errore suicida. Spero che un governo illuminato come può essere quello attuale inneschi un processo per riattivare il Mezzogiorno.  Territorio dove vivono 20 milioni di persone. In questo momento l’Italia è un Paese al massimo rischio. E se questo rischio si concretizza l’Europa si sgretola”.

 

 

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