Il 24 ottobre 2020 – grazie alla cinquantesima ratifica siglata dalla Repubblica dell’Honduras – ha segnato la promulgazione del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari stilato dalle Nazioni Unite il 7 luglio del 2017.
Questo trattato – che entrerà ufficialmente in vigore il 21 gennaio 2021 – renderà illegale per i paesi che lo hanno sottoscritto qualunque fabbricazione, sviluppo o test in materia di armi nucleari a 75 anni dal primo utilizzo bellico delle stesse che a Hiroshima e Nagasaki causarono 210 mila morti e 150 mila feriti oltre ad indicibili sofferenze umane e materiali.
Questo traguardo rappresenta un primo e proficuo passo verso la pace ed una vittoria per l’umanità intera ma, purtroppo, è necessario sottolineare che solo 6 stati europei hanno ratificato questo trattato e tra questi non vi è l’Italia e nessun altra potenza nucleare. Tanto premesso è utile ricordare che sul suolo italiano vi sono circa 40 ordigni nucleari modello B – 61 stoccati in diverse basi militari; a titolo esemplificativo si pensi che – per il solo costo di mantenimento degli stessi e per i correlati oneri relativi alla messa in sicurezza di questi pericolosi ordigni – le potenze nucleari del Vecchio Continente prevedono un incremento dei fondi a bilancio fino ad oltre 150 milioni di dollari per i prossimi anni.
In ultima istanza, alla luce di quanto precedentemente esemplificato, è fondamentale che le tutte le nazioni del mondo ratifichino questo trattato e contestualmente a ciò mettano al bando tutte le altre armi ad alto potenziale, quali ad esempio le armi nucleari, chimiche e batteriologiche ed investano le somme risparmiate in programmi di sviluppo per la sanità e l’istruzione al fine di formare giovani generazioni fortemente scolarizzate e nel contempo dedite alla pace e alla fratellanza universale garantendo parallelamente un accesso universale alle cure mediche in ossequio al pensiero lungimirante espresso da Papa Francesco in occasione di un Convegno concernente il disarmo integrale tenutosi nel novembre 2017 nel quale egli disse: “Le relazioni internazionali non possono essere dominate dalla forza militare, dalle intimidazioni reciproche, dall’ostentazione degli arsenali bellici. Le armi di distruzione di massa, in particolare quelle atomiche, altro non generano che un ingannevole senso di sicurezza e non possono costituire la base della pacifica convivenza fra i membri della famiglia umana, che deve invece ispirarsi ad un’etica di solidarietà”.