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Startup: “Il mondo va alla velocità dei giovani”

Confronto a Digithon con i rettori dell'università: al centro l'intelligenza artificiale

Startup, intelligenza artificiale e progresso economico. Occorre, secondo gli esperti intervenuti a Digithon, guardare avanti e immaginare la società tra 20 anni. Fornendo ai giovani di oggi “gli strumenti necessari” per costruire il futuro. Soprattutto bisogna “discutere di quale visione ci deve essere”. DigithON, gli atenei e i politecnici si propongono come “cassa di risonanza”. Sul palco delle Vecchie Segherie di Bisceglie sono saliti il rettore del Politecnico di Bari, Francesco Cupertino e il rettore dell’Università di Bari, Stefano Bronzini. Ad intervistarli il direttore del TgNorba Enzo Magistà. Al centro della discussione l’intelligenza artificiale e la velocità che l’innovazione tecnologica impone. “Il mondo va alla velocità dei giovani- afferma il professor Cupertino-. I ragazzi sono abituati a cercare e prendere quello che gli serve”. Quindi tocca alle università “assecondare questo desiderio di flessibilità nei percorsi di formazione. Pensare di arginare la velocità è impossibile”. La soluzione, dunque, è fornire agli studenti “gli strumenti per poter utilizzare con consapevolezza la tecnologia“.
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Startup future

“Stiamo andando a una velocità che è quella della storia, ma non governiamo i processi– sottolinea Bronzini-. A me interessa che l’uomo governi e non che la tecnologia vada avanti”. Secondo Cupertino le Università “devono lavorare per riuscire a guadagnare un livello di visibilità internazionale”. Devono “ragionare in un’ottica di internazionalizzazione a braccetto con le imprese”. Rivolgendosi alle startup presenti in platea, Bronzini ha ribadito la necessità di creare un ecosistema che possa permettere loro di creare valore. Intanto i matematici italiani si sono radunati a Pisa per il 22esimo Congresso dell’Unione Matematica Italiana, quest’anno co-organizzato dal 4 a 9 settembre insieme a Scuola Normale Superiore e Università di Pisa. Si tratta del principale evento di questo tipo, che riunisce la maggior parte degli studiosi di matematica del nostro Paese. Con conferenze tenute da coloro che più si sono distinti per i propri contributi nei precedenti quattro anni. Dal ruolo della matematica nel campo della medicina, della climatologia e dell’Intelligenza Artificiale. Alle nuove proposte nel campo  dei podcast, l’evento comprenderà anche spettacoli teatrali. E conversazioni sulle “difficoltà di scrivere la biografia di un matematico”.startup

Sezioni ordinarie

L’Unione Matematica Italiana, che lo scorso anno ha compiuto un secolo, è stata costituita ufficialmente il 31 marzo 1922. Grazie al contributo di illustri matematici italiani tra cui Vito Volterra. Il suo scopo è seguire, promuovere e divulgare lo sviluppo delle scienze matematiche e delle loro applicazioni, diffondendone i risultati. Attualmente conta oltre 2.200 iscritti e opera in tutti i settori ai quali la matematica è interessata. Rappresentando i matematici italiani a livello nazionale e internazionale. I partecipanti registrati al congresso 2023 sono più di 550. L’ultimo si è tenuto nel 2019 a Pavia, mentre il primo in assoluto risale all’aprile del 1937. L’evento di quest’anno si articola in 23 sezioni definite “ordinarie” dedicate ad argomenti classici della matematica. Tra cui una corposa sezione dedicata alla didattica. E 6 sezioni speciali dedicate ad argomenti di frontiera che potrebbero avere un grande impatto dal punto di vista delle applicazioni, come l’epidemiologia. E l’Intelligenza Artificiale (AI). Oltre alle tante conferenze, sono previste anche tavole rotonde, attività culturali ed un laboratorio pratico sulla comunicazione della matematica.
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Intelligenza Artificiale

Anche il cinema si occupa di Intelligenza Artificiale  “Quando ho iniziato a scrivere la sceneggiatura non potevo immaginare che il film fosse così ‘contemporaneo’ con l’intelligenza artificiale. Oltre allo sciopero degli attori, in questa primavera ho letto tanti titoli sulle paure legate all’Intelligenza Artificiale”. L’amore ai tempi dell’intelligenza artificiale, per l’esattezza il 2044. A raccontarlo è il regista francese Bertrand Bonello, che presenta così il film “La Bête”, in concorso all’80ma Mostra del cinema di Venezia. La pellicola, ispirata al racconto “La bestia nella giungla” di Henry James, racconta la storia dei due protagonisti. Interpretati da Léa Seydoux e George MacKay, che vivono in un futuro prossimo in cui regna l’intelligenza artificiale e le emozioni umane sono ormai considerate una minaccia. Per sfuggire a questo destino, la protagonista deve purificare il suo Dna. Si immerge quindi in vite precedenti, dove rincontra Louis, suo grande amore. Ma l’emozione riaffiora, la donna è vinta dalla paura, un presagio che la catastrofe è vicina. startup

Conseguenze

“Il 2044 è già troppo avanti nel tempo”, evidenzia il regista. Alludendo al fatto che le conseguenze dell’intelligenza artificiale potrebbero rivelarsi molto prima. Bonello non è però catastrofista nei confronti dell’Intelligenza Artificiale. “Sono ottimista -spiega- potremo utilizzarla per tante cose e può essere utile, anche se serve cautela”. Sul libro da cui è tratta la pellicola il regista francese sottolinea di aver “deciso di usarlo come punto di partenza, la prima idea era quella di un melodramma ma poi ho voluto anche far esplodere la storia mescolandola con la fantascienza. Ho pensato che paura e amore potevano essere spinti molto oltre. Ed è così che mi sono parzialmente distaccato dal testo“. 

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