Stagione estiva senza glutine, le istruzioni per l’uso

Il programma Alimentazione Fuori Casa, mette a disposizione una Guida di oltre quattromila locali che, in tutto il Paese, accolgono in sicurezza le persone celiache. Interris.it ne ha parlato con la dott.ssa Susanna Neuhold responsabile nazionale qualità e sicurezza alimentare dell’Associazione Italiana Celiachia

Pane senza glutine (© Foto di BRRT da Pixabay)

La stagione estiva, molto spesso, è sinonimo di vacanze. Molto spesso quindi, ci si concede più spesso il piacere di mangiare fuori e trascorrere un momento sereno con amici e familiari: per le persone celiache è fondamentale sapere di poter mangiare senza glutine in sicurezza. Tutto ciò però, per queste ultime, risulta più difficile ed è necessario usare alcune cautele. Interris.it, in merito ai consigli per le vacanze estive rivolti alle persone celiache, ha intervistato la dott.ssa Susanna Neuhold, responsabile nazionale qualità e sicurezza alimentare dell’Associazione Italiana Celiachia.

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L’intervista

Dott.ssa Neuhold l’estate è iniziata. Quali sono i consigli di AIC per un’alimentazione sicura fuori casa per le persone con celiachia?

“È importante che, tutte le persone che hanno un parente o un amico con celiachia, siano consapevoli del fatto che, la dieta senza glutine, non è un capriccio ma un’esigenza molto importante di coloro i quali soffrono di questa patologia. Alla luce di ciò, essere informati, è molto importante. Le persone celiache non possono mangiare in qualsiasi ristorante o albergo, ma solo in quelli che sono opportunamente formati e in grado di accoglierli in sicurezza, ovvero preparando dei pasti senza glutine. Bisogna essere inclusivi: se la persona celiaca dice di non poter andare in un determinato locale perché non viene preparato nulla di sicuro senza glutine, non bisogna insistere ma, al contrario, cercare una soluzione che accontenti tutti presso un locale in grado di cucinare pasti senza glutine. AIC ha un programma specifico dedicato a questo tipo di ristorazione chiamato ‘alimentazione fuori casa senza glutine’. Al suo interno, tra alberghi, ristoranti, pizzerie e gelaterie, ci sono circa quattromila locali, formati e monitorati da noi, con l’obiettivo di garantire questa sicurezza”.

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In che cosa consiste nel dettaglio il programma AFC?

“Il programma Afc e la sua guida, la quale è la prima in Italia per la ristorazione senza glutine, costituisce uno strumento molto importante che raccoglie più di quattromila locali, i quali hanno una formazione specifica per la cucina senza glutine e sono in grado di preparare a 360 °, dalla scelta delle materie prime al servizio, un piatto sicuro per chi soffre di celiachia. Li monitoriamo almeno una volta all’anno e, di conseguenza, li teniamo costantemente aggiornati su tutte le novità in materia. Quindi, chi si reca in attività di questo tipo, sa di poter avere una garanzia in più e quindi, anche di poter vivere più serenamente i momenti del pranzo nonché della cena fuori casa e della vacanza”.

Quali sono i vostri auspici per il futuro in riguardo alla conoscenza della celiachia nella società?

“Il nostro auspicio per il futuro risiede nel fatto che, sempre più persone, possano avere una piena consapevolezza di che cosa significa essere celiaci. Quest’ultima è sicuramente una patologia gestibile ed è possibile vivere una vita sana e serena. Però è molto importante che, chi ci sta intorno, sappia che si tratta di una patologia cronica, la quale richiede una rigorosa dieta senza glutine. Vorremmo avere una società sempre più informata su questa patologia, in grado di far sentire sempre meno diversi chi ne è affetto e, nello stesso tempo, desideriamo che, attività come il nostro programma ‘alimentazione fuori casa’, si possono sviluppare anche in molti altri paesi all’estero in cui, attualmente, non esistono e, pertanto, in essi, è più difficile vivere la quotidianità. Inoltre, sul sito della AOECS, ovvero l’organizzazione che raccoglie le associazioni per la celiachia dei paesi europei, sono riportate diverse informazioni utili ed è possibile recarsi all’estero in vacanza. A tal proposito però, avere un modello europeo strutturato come il nostro programma Afc, costituirebbe un bellissimo traguardo per il futuro”.