Sri Lanka: ecco quali fattori hanno portato alla fuga del presidente

L'occupazione del palazzo presidenziale a Colombo, Sri Lanka

Lo Sri Lanka, ex isola di Ceylon posta a sud-est del subcontinente indiano e soprannominata “la lacrima dell’India” per la sua forma a goccia, vive da tempo una crisi economica drammatica. Secondo gli analisti, si tratterebbe della più grave crisi in assoluto dall’indipendenza del Paese, raggiunta nel 1948 dopo la Guerra dei 30 anni contro la vicina India. Cristi ulteriormente esacerbata dalla pandemia e dalla guerra in Ucraina.

La fuga del Presidente Rajapaksa

Settimane di proteste popolari sono culminate sabato scorso con la fuga precipitosa del Presidente Gotabaya Rajapaksa e l’assalto di migliaia di manifestanti alla residenza presidenziale a Colombo, principale città del Paese.

Da giorni i rivoltosi chiedevano le dimissioni del presidente singalese, fuggito in elicottero e “portato in un luogo sicuro” mentre i manifestanti occupavano gli uffici della presidenza e tutto il palazzo.

Video e foto diffuse sui social hanno mostrato le migliaia di persone in protesta. Il presidente si dimetterà ufficialmente il 13 luglio e le nuove elezioni presidenziali si terranno il 20 luglio.

I motivi della protesta

Cosa ha portato la popolazione dello Sri Lanka ad insorgere contro il proprio Presidente? I motivi sono molteplici, spiega a InTerris.it il dottor Priyan Samarawickrama. Singalese, Priyan vive in Italia da molti anni. E’ inoltre il fondatore e il capo dell’associazione singalese in Italia “Rata wenuwen Api“.

Attraverso la sua associazione, ha organizzato molteplici manifestazioni italiane ed estere – l’ultima delle quali si è svolta a Roma domenica scorsa – per accendere un faro sulla situazione del popolo singalese, spesso dimenticato dalla stampa e dall’opinione pubblica.

La testimonianza di Priyan sullo Sri Lanka

“Molti dei 22 milioni di abitanti singalesi sono costretti da mesi a racimolare legna per cucinare”, racconta Priyan. “Questo, già prima dell’avvento della guerra in Ucraina, che ha bloccato le importazioni di grano nello Sri Lanka in una Nazione attanagliata dalla povertà”.

Il Presidente Gotabaya Rajapaksa e l’assalto alla residenza presidenziale a Colombo

“Il popolo si è rivoltato al Presidente perché ha fame”, prosegue. “E si è stancato dell’egemonia della famiglia Rajapaksa. Questo Presidente è nato in una delle famiglie di maggior potere dello Sri Lanka. Il padre è stato deputato e ministro. Suo fratello Mahinda Rajapaksa è stato presidente del Paese per due mandati. Altri due fratelli hanno ricoperto posizioni governative di alto livello. Il paese era praticamente in mano loro. Ma non sono riusciti a governare rettamente: il popolo si è impoverito sempre di più”.

“A mettere in ginocchio la Nazione nelle ultime settimane è stata soprattutto la carenza di carburante, medicinali e altri beni di prima necessità”, spiega.

“Settimane fa, il presidente Rajapaksa si era rivolto al presidente russo Vladimir Putin per chiedergli aiuto nelle importazioni di carburante poiché in Sri Lanka le scorte di carburante nei depositi sono quasi esaurite e le riserve in valuta estera bastano a garantire importazioni per non più di due mesi. Ma dalle parole il Presidente non è passato ai fatti”.

“Il ‘caro carburante’ ha avuto conseguenze drammatiche: file chilometriche di persone ai distributori di benzina; lunghi blackout nelle case e nelle fabbriche causati dalla chiusura delle centrali elettriche; ospedali fermi a causa della mancanza di energia”.

“Inoltre, la povertà crescente non ha permesso di comperare farmaci e medicine, perciò una larga fascia della popolazione non può di fatto curarsi né in ospedale, né in casa”.

“Infine, la guerra ha dato il colpo di grazia ad un Paese già segnato dalla pandemia di Covid-19 che, per oltre due anni, ha fatto precipitare un’economia fortemente dipendente dal turismo estero. Tutti questi elementi hanno fatto schizzate l’inflazione che ha già raggiunto il 54% e che, si prevede, arriverà al 60% entro la fine di quest’anno. La contrazione del Pil per il 2022 è prevista tra il 4% e il 5% in un Paese già povero. Lo Sri Lanka inoltre è andato in default ed ha un debito internazionale di oltre 50 miliardi di dollari”.

“Tutto questo – conclude Priyan – ha portato il popolo a scendere in massa per le strade per chiedere giustizia; e, ancor più, per un salario degno e un futuro migliore per tutti i suoi abitanti. Spero che, finiti questi giorni di attenzione da parte dei mezzi di comunicazione internazionali, le luci dell’informazione non tornino a spengersi su questo Paese troppo spesso dimenticato da tutti”.

Milena Castigli: